INFORMAZIONIAntonella Braglia |
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(Adnkronos) - Dall'ultima volta a Roma, nel 1991, sono passati 31 anni. Gli Azzurri del basket tornano in Italia, questa volta a Milano: da oggi è partito il countdown di 100 giorni al via. L'Eurobasket Fiba 2022 sbarcherà in città, al Forum di Assago, dal 2 all'8 settembre con le gare di uno dei quattro gironi. "Ci sono tutti i presupposti per fare bene, il mondo sarà tutto qui. E il successo organizzativo è assicurato da Milano, speriamo di fare anche il risultato sportivo. La squadra è forte, speriamo lo sia anche in campo", ha detto il presidente della Fip, Giovanni Petrucci, all'evento in Galleria Vittorio Emanuele, a Milano, dove è stato accesso il Countdown clock di Tissot, official timekeeper Fiba Eurobasket 2022. L'orologio scandirà tutti i cento giorni che mancano alla prima palla a due del girone di Milano, che si aprirà ufficialmente il 2 settembre alle 14.15 con il match tra Ucraina e Gran Bretagna. Gli Azzurri esordiranno lo stesso giorno alle 21 contro l'Estonia, nazionale emergente e partner scelto dall'Italia per la promozione del girone di Milano. Completano il gruppo C Croazia e Grecia, che si affronteranno il 2 settembre alle 17. "Nulla era scontato, ringrazio sempre chi dà fiducia alla nostra città. E speriamo di portare bene. Quello che possiamo garantire è che ci daremo da fare al massimo sfoderando la nostra proverbiale ospitalità e la nostra capacità organizzativa. Non vedo l'ora che passino questi cento giorni per prepararci a questo straordinario evento", ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Per la città sarà anche un'opportunità turistica importante. "Milano si appresta a diventare capitale dello sport con le Olimpiadi e con gli Europei di settembre inizierà una stagione di grandi eventi sportivi che hanno anche un grande valore turistico. Non possiamo perdere un secondo per promuovere questa città", ha sottolineato l'assessora allo sport del Comune, Martina Riva. La vendita dei biglietti (sono ancora disponibili su eurobasket.basketball) è iniziata a fine dello scorso anno: "Sta andando abbastanza bene, anche se la dinamica è iniziata meglio all’estero, forse in Italia facciamo di più all’ultimo. Ci sono degli incentivi per tesserati, sportivi. L'Estonia, in particolare, ci assicurerà un flusso turistico importante", hanno spiegato in conferenza stampa. Dopo i giochi olimpici di Tokyo, lo spettacolo è assicurato. "Casa ha un sapore speciale per tutti. Poter giocare un campionato europeo a Milano sarà bellissimo. Ho sensazioni molto belle, sono molto contento", ha detto il cestista Azzurro Danilo Gallinari, a cui da sempre piacerebbe chiudere la carriera nella città natale: "Ho in mente di giocare ancora qualche anno in America, ma il sogno - ha detto ai giornalisti - è quello di tornare qua a finire e spero di poterlo fare. Deve esserci anche il fisico, però, non solo la testa. Bisogna esserci fisicamente. E' ancora un sogno comunque e non dipende da me". Chi spera nel risultato migliore è Meo Sacchetti, ct della Nazionale. "Non sono uno di promesse ma uno che ha molti sogni, siamo andati avanti con questi sogni in questi anni poco per volta. Faccio molto affidamento sul gruppo e sulla squadra di Tokyo".
(Adnkronos) - Cristiano Fini è il nuovo presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani. Imprenditore modenese, di Castelfranco Emilia, 50 anni, è stato nominato oggi dall’VIII Assemblea elettiva, riunita a Roma presso il Teatro Eliseo, e composta da 399 delegati, in rappresentanza dei quasi 900 mila iscritti in tutt’Italia. Fini succede a Dino Scanavino che, appena proclamato, ha voluto ringraziare per il lavoro svolto in questi ultimi 8 anni. Fini, agrotecnico, è il titolare di un’azienda agricola e vitivinicola con 13 ettari investiti a vigneto biologico, già presidente di Cia Emilia-Romagna dal 2018 e, precedentemente, di Cia Modena. Fa parte del Consiglio di amministrazione di Cantine Riunite Civ ed è stato membro della Giunta Camerale di Modena. Ora sarà alla guida della Confederazione per i prossimi quattro anni. "Stiamo attraversando una fase davvero complicata: la pandemia, la guerra, i rincari eccezionali delle materie prime, il rischio di una crisi energetica e alimentare, i cambiamenti climatici. Eppure il nostro settore, con tutte le difficoltà resta uno dei cardini dell’economia nazionale. Il valore aggiunto dell’agricoltura italiana, pari a 33 miliardi circa, resta il più elevato dell’Ue. Il sistema agroalimentare, nel suo insieme fa il 15% del Pil. Ecco perché possiamo e dobbiamo lottare, rimettendo al centro le nostre priorità, le nostre battaglie”. Lo ha detto il neo eletto presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini. “Servono azioni precise e puntuali su larga scala -ha continuato il presidente di Cia- come una politica energetica nazionale ed europea che cerchi di calmierare i costi e le speculazioni, oltre a misure a sostegno delle filiere produttive, messe in ginocchio dagli incredibili rincari produttivi e dall’instabilità dei mercati. Ma soprattutto c’è bisogno finalmente di una redistribuzione del valore lungo la filiera. Dobbiamo gridare la necessità di un reddito equo per gli agricoltori, facendo squadra su questo obiettivo comune, come su investimenti importanti nella ricerca per dotare il settore primario di strumenti innovativi contro il climate change. E poi: spinta alle nuove tecnologie digitali e apertura chiara alle tecniche di miglioramento genetico in ottica sostenibile; invasi per l’accumulo di acqua utile nei periodi più siccitosi, ma anche assicurazioni e fondo mutualistico nazionale per affrontare le calamità”. “Alla vigilia delle grandi campagne -ha sottolineato Fini- resta urgente anche il problema della manodopera nei campi, dal punto di vista sia dei costi che della reperibilità. Così non siamo più competitivi. Occorre più flessibilità, come sperimentato con i voucher. E ancora: accesso alla terra e al credito per il ricambio generazionale; valorizzazione delle donne del settore che sono ormai il 30%; pensioni giuste per chi ha passato tutta la vita nei campi e ora prende poco più di 500 euro”. “Queste sono le nostre priorità -ha evidenziato il nuovo presidente di Cia- insieme al rilancio delle aree interne. Zone svantaggiate che hanno un’importanza strategica per tutto il sistema Paese, ma vengono lasciate sempre sole. Per le zone rurali servono politiche e strategie: defiscalizzazione, connessione, sbloccare lo spopolamento e riportare persone e ricchezza. Sono le nostre rivendicazioni, come quella sulla fauna selvatica, con la riforma della legge 157 per tutelare l’agricoltura, mettere al sicuro strade e cittadini, salvare gli allevamenti suinicoli dal rischio Psa. Tutte sfide che dobbiamo portare avanti tenendo sempre insieme proteste e proposte”. “Ci attende una nuova stagione, più inclusiva e innovativa -ha aggiunto Fini- dentro l’organizzazione e nei rapporti con la società civile e con le istituzioni, con tutte le altre rappresentanze agricole, agroalimentari ed economiche del Paese. Dobbiamo essere per e non contro. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno. Servizi alle imprese e al cittadino, grandi imprese e piccole aziende, Nord e Sud, agricoltura biologica e convenzionale, tutto questo non è in opposizione. Le diversità si devono tradurre in un valore aggiunto. Le sfide da affrontare sono di una portata enorme e serve responsabilità e nuova coesione per traguardarle”. “C’è bisogno di un patto con tutte le componenti del sistema, a cominciare dai consumatori -ha ribadito il presidente di Cia- e il miglior veicolo per spiegare quello che facciamo sono gli agriturismi, la vendita diretta, l’agricoltura sociale, le fattorie didattiche. Dobbiamo far capire a tutti che l’agricoltura non è quella che inquina, che tratta male gli animali e sfrutta i lavoratori, ma il settore che custodisce il territorio, che difende l’ambiente e le persone, che fa crescere l’economia e la società. Anche in Europa dobbiamo contare di più, avendo in mente che dove andiamo uniti come sistema Paese, portiamo a casa il risultato”.
(Adnkronos) - "L'Italia è un'eccellenza manifatturiera e nel food. L'emergenza che stiamo vivendo devi aiutarci a valorizzare le nostre capacità. La grande sfida per l'Italia è bilanciare le esigenze del paesaggio, le esigenze dell'economia industriale, la sicurezza energetica e la sostenibilità delle filiere. Serve un grande patto sul paesaggio e bisogna trovare una quadra tra tutti gli attori". Lo afferma all'Adnkronos Letizia Magaldi, vicepresidente esecutivo di Magaldi Green Energy, che ha preso parte oggi a un panel sull'energia nell'ambito di 'Eu AgriFood Week', organizzata da Future Food Institute, in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia. Fondata nel 2021, la Magaldi Green Energy è una start up di Magaldi Power, top player mondiale negli impianti per il trasporto di materiali ad altissime temperature. Mge è orientata alla ricerca, allo sviluppo, alla produzione ed alla commercializzazione di tecnologie innovative nel settore della generazione e dello stoccaggio di energia rinnovabile. Ha brevettato un innovativo sistema di stoccaggio che consente di utilizzare energia pulita anche in assenza di sole e vento: l'energia pulita viene infatti prodotta “on demand” grazie alle batterie di sabbia. Il sistema, chiamato Magaldi Green Thermal Energy Storage (Mgtes), sviluppa una tecnologia di accumulo basata su un letto di sabbia fluidizzato (Energy from the sand), alimentato esclusivamente da energie rinnovabili. Il sistema può essere caricato con energia elettrica e termica in eccesso riuscendo a immagazzinarne per un intervallo compreso tra le 4 a oltre 10 ore, fino a settimane, con perdite molto limitate, per poi scaricarla quando il sole e il vento non sono disponibili. In questo modo il sistema permette di immagazzinare energia rinnovabile quando è in surplus e di rilasciare energia termica verde per i consumi industriali, bilanciando lo squilibrio esistente tra la domanda e l'offerta e contribuendo a stabilizzare la rete. "La sfida è mitigare l'intermittenza", sottolinea Letizia Magaldi ricordando che per sua stessa natura l’energia solare ed eolica dipende dalle condizioni meteorologiche, ed è questa la ragione per cui è impossibile da utilizzare 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Il sistema messo a punto dalla Magaldi Green Energy punta alla "generazione di calore verde e rinnovabile per i processi industriali, tra cui quelli alimentari". "Abbiamo realizzato un primo impianto pilota in Campania e stiamo realizzando studi di fattibilità con grandi player", conclude Magaldi ricordando che il sistema è a impatto zero. Magaldi Green Energy è di recente entrata nel "Long Duration Energy Storage Council", organismo internazionale di technology provider di primo piano, nato in occasione della Coop 26 di Glasgow.