INFORMAZIONISofteco Sismat spa Informatica e Software, Internet e Portali Ruolo: Account Manager, Progetti e Soluzioni Software (Industrial e IT) Area: ICT - Digital & New Media Management Paola Gazzo |
INFORMAZIONISofteco Sismat spa Informatica e Software, Internet e Portali Ruolo: Account Manager, Progetti e Soluzioni Software (Industrial e IT) Area: ICT - Digital & New Media Management Paola Gazzo |
(Adnkronos) - Scoppia la guerra dei sondaggi nel centrodestra in Sicilia in vista delle elezioni regionali che si terranno in autunno. Come scrive oggi La Sicilia ci sarebbero due sondaggi segreti che dividono il centrodestra sulla scelta del candidato per le Regionali. L'istituto demoscopico è lo stesso: Euromedia Research diretto da Alessandra Ghisleri. Ma i committenti sono diversi, "così come l'impostazione scientifica", spiega Mario Barresi. "E soprattutto sono molto distanti gli scenari politici che emergono". L'ultimo sondaggio, in ordine di tempo, è quello sfoderato da Silvio Berlusconi nel vertice di Arcore dei giorni scorsi. "La rilevazione è molto più complessa, ma i punti di caduta sono due. Il primo è il giudizio dei siciliani. Misurato con una domanda precisa: 'Pensando alla regione Sicilia e agli ultimi 5 anni, lei quanto si ritiene soddisfatto dell’operato, del lavoro e dei risultati ottenuti dall’attuale Giunta regionale guidata da Nello Musumeci?'. I riscontri positivi si fermano al 26,4% (appena il 3,6% è «molto» soddisfatto; il 22,8% «abbastanza»), mentre più di due elettori su tre si esprimono in termini negativi: il 31,5% è «poco» soddisfatto», il 35,9% «per nulla». "Una sostanziale bocciatura. Non soltanto personale, ma dell’intera giunta di centrodestra; compresa quella dei No-Nello - scrive Barresi - Ma la tesi che Musumeci non sia il candidato vincente, sostenuta dall’asse LegaForza Italia, si fonda su un altro dato del sondaggio commissionato da Arcore: in un’ipotetica sfida fra il governatore uscente e Caterina Chinnici (candidata unitaria di centrosinistra e M5S), l’eurodeputata dem vincerebbe al fotofinish col 36,2% contro il 35,8%. Un distacco minimo, soprattutto considerando il margine di errore, ma abbastanza allarmante per riflettere". Dall'altro lato c'è il 'Rapporto Sicilia' consegnato a Giorgia Meloni, che appoggia Musumeci. "In cui si misura innanzitutto notorietà e gradimento di alcuni potenziali candidati governatori. A partire da quelli di centrodestra". Qualche esempio? Gianfranco Miccichè è conosciuto dall’87% dei siciliani, ma il leader forzista incassa il giudizio «negativo» del 66% («positivo» per il 14%, «sufficiente» per il 19%),un risultato quasi allineato al 33% di stima per il meloniano Raffaele Stancanelli e del 32% per il segretario della Lega, Nino Minardo, con l’altro salviniano Alessandro Pagano sotto il 30%. Analogo schema per “pesare” Cateno De Luca, bocciato dal 64% del campione (5% di riscontro «positivo» e «sufficiente» per il 29%). E Musumeci? Nel sondaggio segreto di FdI ha un 48% di gradimento (16% «positivo», 32% «sufficiente»), bocciato da poco più di un siciliano su due, ma comunque col miglior gradimento nel centrodestra. La guerra demoscopica continua.
(Adnkronos) - Cristiano Fini è il nuovo presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani. Imprenditore modenese, di Castelfranco Emilia, 50 anni, è stato nominato oggi dall’VIII Assemblea elettiva, riunita a Roma presso il Teatro Eliseo, e composta da 399 delegati, in rappresentanza dei quasi 900 mila iscritti in tutt’Italia. Fini succede a Dino Scanavino che, appena proclamato, ha voluto ringraziare per il lavoro svolto in questi ultimi 8 anni. Fini, agrotecnico, è il titolare di un’azienda agricola e vitivinicola con 13 ettari investiti a vigneto biologico, già presidente di Cia Emilia-Romagna dal 2018 e, precedentemente, di Cia Modena. Fa parte del Consiglio di amministrazione di Cantine Riunite Civ ed è stato membro della Giunta Camerale di Modena. Ora sarà alla guida della Confederazione per i prossimi quattro anni. "Stiamo attraversando una fase davvero complicata: la pandemia, la guerra, i rincari eccezionali delle materie prime, il rischio di una crisi energetica e alimentare, i cambiamenti climatici. Eppure il nostro settore, con tutte le difficoltà resta uno dei cardini dell’economia nazionale. Il valore aggiunto dell’agricoltura italiana, pari a 33 miliardi circa, resta il più elevato dell’Ue. Il sistema agroalimentare, nel suo insieme fa il 15% del Pil. Ecco perché possiamo e dobbiamo lottare, rimettendo al centro le nostre priorità, le nostre battaglie”. Lo ha detto il neo eletto presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini. “Servono azioni precise e puntuali su larga scala -ha continuato il presidente di Cia- come una politica energetica nazionale ed europea che cerchi di calmierare i costi e le speculazioni, oltre a misure a sostegno delle filiere produttive, messe in ginocchio dagli incredibili rincari produttivi e dall’instabilità dei mercati. Ma soprattutto c’è bisogno finalmente di una redistribuzione del valore lungo la filiera. Dobbiamo gridare la necessità di un reddito equo per gli agricoltori, facendo squadra su questo obiettivo comune, come su investimenti importanti nella ricerca per dotare il settore primario di strumenti innovativi contro il climate change. E poi: spinta alle nuove tecnologie digitali e apertura chiara alle tecniche di miglioramento genetico in ottica sostenibile; invasi per l’accumulo di acqua utile nei periodi più siccitosi, ma anche assicurazioni e fondo mutualistico nazionale per affrontare le calamità”. “Alla vigilia delle grandi campagne -ha sottolineato Fini- resta urgente anche il problema della manodopera nei campi, dal punto di vista sia dei costi che della reperibilità. Così non siamo più competitivi. Occorre più flessibilità, come sperimentato con i voucher. E ancora: accesso alla terra e al credito per il ricambio generazionale; valorizzazione delle donne del settore che sono ormai il 30%; pensioni giuste per chi ha passato tutta la vita nei campi e ora prende poco più di 500 euro”. “Queste sono le nostre priorità -ha evidenziato il nuovo presidente di Cia- insieme al rilancio delle aree interne. Zone svantaggiate che hanno un’importanza strategica per tutto il sistema Paese, ma vengono lasciate sempre sole. Per le zone rurali servono politiche e strategie: defiscalizzazione, connessione, sbloccare lo spopolamento e riportare persone e ricchezza. Sono le nostre rivendicazioni, come quella sulla fauna selvatica, con la riforma della legge 157 per tutelare l’agricoltura, mettere al sicuro strade e cittadini, salvare gli allevamenti suinicoli dal rischio Psa. Tutte sfide che dobbiamo portare avanti tenendo sempre insieme proteste e proposte”. “Ci attende una nuova stagione, più inclusiva e innovativa -ha aggiunto Fini- dentro l’organizzazione e nei rapporti con la società civile e con le istituzioni, con tutte le altre rappresentanze agricole, agroalimentari ed economiche del Paese. Dobbiamo essere per e non contro. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno. Servizi alle imprese e al cittadino, grandi imprese e piccole aziende, Nord e Sud, agricoltura biologica e convenzionale, tutto questo non è in opposizione. Le diversità si devono tradurre in un valore aggiunto. Le sfide da affrontare sono di una portata enorme e serve responsabilità e nuova coesione per traguardarle”. “C’è bisogno di un patto con tutte le componenti del sistema, a cominciare dai consumatori -ha ribadito il presidente di Cia- e il miglior veicolo per spiegare quello che facciamo sono gli agriturismi, la vendita diretta, l’agricoltura sociale, le fattorie didattiche. Dobbiamo far capire a tutti che l’agricoltura non è quella che inquina, che tratta male gli animali e sfrutta i lavoratori, ma il settore che custodisce il territorio, che difende l’ambiente e le persone, che fa crescere l’economia e la società. Anche in Europa dobbiamo contare di più, avendo in mente che dove andiamo uniti come sistema Paese, portiamo a casa il risultato”.
(Adnkronos) - Th Resorts, marchio turistico italiano nato nel 1977, certifica la sostenibilità di tutte le strutture con Si Rating e usa energia prodotta al 100% da fonti rinnovabili. Th Resorts è la prima catena alberghiera per numero di camere in Italia, dove gestisce un portafoglio di 29 villaggi, residence e strutture alberghiere in località̀ di mare, montagna e nelle città̀ d’arte. "Il gruppo Th Resorts, partecipato al 46% da Cdp Equity Spa e per l’8% da Isa-Istituto Atesino di Sviluppo, ha avviato, già pre-pandemia, un percorso di consapevolezza e miglioramento del proprio business per renderlo sempre più attento all’impatto ambientale e sociale generato. Oggi l’azienda è la prima catena italiana di Hotel Leisure in Europa - si legge in una nota - ad effettuare un rating su tutte le strutture misurando i propri impatti in base ai criteri Esg (ambientali, sociali e di governance) e agli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Th Resorts ha adottato 'Si Rating - Sustainability Impact Rating', un indice creato da Arb, start up innovativa con sede a Trento e società benefit per azioni dal 2021, basato su strumenti riconosciuti a livello internazionale, quali la Sasb Materiality Map (Sustainability Accounting Standards Board), le certificazioni Iso connesse ai temi della sostenibilità̀, le best practice di settore e le direttive e i regolamenti europei e, al contempo, uno strumento strategico di analisi, di gestione e di comunicazione della sostenibilità". “La sostenibilità - afferma il presidente di Th Resorts Graziano Debellini - è uno dei valori che rientra da sempre nel nostro Dna, oggi è diventato un tema centrale e qualifica l’azienda per serietà, visione e prospettiva di impegno. È un tema strategico per tutti i nostri stakeholder e sempre più rilevante nell’orientare le scelte dei viaggiatori. Per questa ragione abbiamo intrapreso un percorso supportati da Arb Sbpa che si basa su analisi, misurazioni, rendicontazioni e su un programma di formazione che riguarda tutto il personale della nostra azienda”. Con Si Rating, Th Resorts ha ottenuto una valutazione di 70 su 100 sui criteri Esg (Livello ottenuto: 'Bronze'). Th Resorts ha anche appena pubblicato il suo primo Bilancio di Sostenibilità elaborato sulla base degli standard internazionali Gri, Global Reporting Initiative. “Con Si Rating abbiamo creato uno strumento efficace di gestione della sostenibilità di un’organizzazione, non è un rating fine a sé stesso ma un report preciso e puntuale di analisi di tutte le azioni che le organizzazioni devono attuare per il miglioramento della propria sostenibilità” ha dichiarato Ada Rosa Balzan, Ceo di Arb Sbpa. In quest’ottica l’azienda ha deciso negli anni di orientare le proprie scelte energetiche verso realtà che forniscono energia green. È stato firmato in questi giorni un accordo decennale con Dolomiti Energia, partner storico, che garantirà un approvvigionamento energetico totalmente green. “A livello globale il settore del turismo contribuisce all’8% delle emissioni. Noi siamo orgogliosi di essere l’unica azienda ad avere un approvvigionamento energetico totalmente green. Questa azione si è rivelata ancora più strategica perché non solo contribuisce in modo significativo alla transizione verso un modello economico non più̀ fondato sulle fonti fossili, ma mette al riparo l’azienda dai rincari e dalle fluttuazioni di prezzi”, continua Debellini. "Siamo felici - dice Marco Merler, presidente di Dolomiti Energia - di poter accompagnare Th Resorts in questo percorso, anche grazie al Ppa (Power Purchase Agreement) che sancisce la nostra partnership. Il Gruppo Dolomiti Energia da tempo ha messo la transizione energetica al centro della propria strategia di sviluppo sostenibile. Siamo storici produttori di energia idroelettrica e da molti anni forniamo ai nostri clienti solo energia certificata come rinnovabile. Soddisferemo il fabbisogno di energia elettrica di Th Resorts, pari a circa 22mila MWh annui, grazie all’energia rinnovabile prodotta in Italia dal fotovoltaico e dalla potenza dell’acqua delle nostre centrali idroelettriche. Ogni giorno, insieme, saremo impegnati per generare valore per l’ambiente con l’obiettivo di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nazionali”.