(Adnkronos) - VeraLab, il brand di cosmetica ideato da Cristina Fogazzi, conosciuta nel web anche come Estetista Cinica, torna con il suo tour fra le località d’arte e i luoghi più caratteristici della Penisola. Con un eco-truck total pink l’imprenditrice promuove nuovamente la cultura, avvicinandola sempre di più alle donne appassionate del brand e sostenendo le istituzioni museali che rendono unico il patrimonio italiano. L’iniziativa Bellezze al museo è un viaggio che attraversa l’Italia e raggiunge cinque realtà d’eccellenza. "Dopo il successo delle tappe di Mantova e Napoli, il truck arriva nella splendida cornice siciliana di Piazza Vittorio Emanuele, a Trapani, per un weekend dedicato alla bellezza e alla cultura con due partner, l’associazione no profit Komen Italia e il jewelry brand DoDo. La terza tappa esplora i capolavori dello storico Museo Regionale “Agostino Pepoli” con sede nei locali dell’ex convento dei Padri Carmelitani, attiguo al santuario si Maria SS. Annunziata, dove si venera la celebre statua di marmo della Madonna di Trapani, opera del 1360 circa attribuita a Nino Pisano. Un luogo dove cultura, antiche tradizioni e arte si intrecciano lasciando spazio a importanti collezioni di arti decorative, sculture, opere in corallo, argenti, maioliche, presepi dell’artigianato trapanese e una splendida galleria che comprende - tra gli altri - dipinti di Tiziano (Stimmate di San Francesco) e Giacomo Balla (ritratto di Nunzio Nasi)!. È dunque da questo progetto che Cristina Fogazzi, appassionata d’arte, è voluta ripartire per "veicolare un messaggio attuale di inclusività e body-positivity attraverso le opere e, al contempo, supportare i musei e le loro collezioni, installazioni e progetti espositivi. Anche quest’anno il tour permetterà alle appassionate del brand di vivere un’esperienza unica e ad ogni acquisto verrà regalato un biglietto per poter visitare il museo “Agostino Pepoli”. Dopo Trapani, il truck farà tappa al Castello Maniace di Ortigia, uno dei più importanti monumenti del periodo svevo a Siracusa e un magnifico esempio dell'architettura militare di Federico II. Cristina Fogazzi consolida così il proprio impegno di promotrice della bellezza attraverso l’arte. Una missione che quest’anno ha portato avanti anche come social media partner della mostra Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento Veneziano, in scena al Palazzo Reale di Milano fino al 5 giugno. Questa iniziativa si è aggiunta alla visita notturna promozionale delle Stanze di Raffaello e della Cappella Sistina di Michelangelo nei Musei Vaticani, fatta nel 2020". Fogazzi aveva motivato la sua scelta con un forte statement: "Non sono una critica d’arte, ma so di avere un impatto sulla mia community. Credo che chiunque abbia una forte popolarità in rete debba metterla al servizio dell’Italia".
(Adnkronos) - "L'errore giudiziario è stato il tema che abbiamo scelto prima della notizia del referendum; ciò vuol dire che abbiamo centrato l'argomento". A dirlo il Luciano Tommaso Ponzi, presidente nazionale Federpol, aprendo il 65simo congresso nazionale Federpol che è oggi l'Associazione maggiormente rappresentativa in Italia per gli investigatori privati, con quasi mille agenzie federate sul territorio nazionale. "Mi onoro - sottolinea - di poter rappresentare Federpol e per questo faccio un ringraziamento speciale gli associati della Federazione".
(Adnkronos) - Dall'inizio della guerra in Ucraina, Greenpeace è scesa in campo, anzi in mare. Una lotta di Davide contro Golia che vede gli attivisti, sulle loro piccole imbarcazioni, andare a intercettare le grandi petroliere russe nei mari di Danimarca, Svezia, Regno Unito, Belgio, Olanda, ma anche in Italia di fronte a Siracusa e Trieste. L'obiettivo delle azioni di protesta è sempre questo: il petrolio russo non deve sbarcare. Azioni di protesta che voglio anche "denunciare l'atteggiamento ipocrita dell'Unione Europea" perché con il petrolio venduto all'Ue, Regno Unito compreso, "la Russia sta guadagnando circa 200 milioni di euro al giorno, secondo i nostri calcoli", dice all'AdnKronos Alessandro Giannì, direttore Campagne di Greenpeace. L'associazione ambientalista monitora e intercetta le petroliere russe con i loro carichi da decine e decine di milioni di euro. Per farlo, ha messo a punto un sistema su twitter, "il Tanker Tracker - spiega Giannì - che si basa su dati pubblici liberamente disponibili anche dal sito Marine Traffic, dati di un sistema di segnalazione di posizionamento delle grandi navi (Automatic Electrification System) che serve per identificare una nave che poi fornisce la sua rotta, insomma è una misura di sicurezza. Ovviamente le navi possono sempre cambiare rotta e destinazione ma il sistema ha funzionato più di una volta". " L'embargo al petrolio russo non è ancora iniziato, ma la situazione è curiosa: c'è stata sì una contrazione dell'import in Europa che si attesta attorno a un milione di tonnellate al giorno, ma nel frattempo in Italia le importazioni sono raddoppiate. Oggi importiamo 450mila tonnellate al giorno, soprattutto a Siracusa dove c'è una raffineria riconducibile alla Lukoil che al momento lavora solo petrolio russo, e a Trieste, da dove parte un oleodotto verso la Germania dove si trovano raffinerie controllate da Gazprom. L'Italia si mostra ancora un porta importante per queste importazioni". "La proposta dell'embargo al petrolio russo, oltre a essere lenta, è soprattutto curiosa perché di fatto dice che dobbiamo andare a cercare questo petrolio da qualche altra parte - spiega il direttore Campagne di Greenpeace - E' come avere un figlio tossicodipendente a cui improvvisamente viene meno il pusher e quello che faccio è andare a cercare un altro pusher invece di disintossicarlo". Invece, secondo Greenpeace, l'Ue potrebbe ridurre la propria dipendenza dal petrolio russo intervenendo sul settore dei trasporti, che per il 70% dipendono dal petrolio russo assorbendo i due terzi del greggio che arriva in Europa. Con soli 5 interventi questa domanda si potrebbe ridurre: vietare i voli a corto raggio, ridurre i limiti di velocità, costi ragionevoli per il trasporto pubblico e più smart working. Solo con queste semplici azioni si potrebbe ridurre la domanda di petrolio del 7%, considerando che il 25% del petrolio che si consuma in Ue viene dalla Russia. Il fatto che l'Ue non ci pensi nemmeno non ci sembra andare nella direzione corretta, oltre al fatto che così diamo il tempo ai russi di trovare altri acquirenti per il proprio petrolio". "Situazione molto grave per gli attivisti in Russia, anche di altre associazioni" "In Russia c'è un ufficio di Greenpeace che, ovviamente, è in grande difficoltà - dice Giannì - Ed è in difficoltà non solo Greenpeace: bisogna rendere merito a tante altre organizzazioni che sin dalla prima settimana dello scoppio del conflitto hanno preso una posizione molto netta contro la guerra. La situazione è molto grave. Noi, anche per motivi di sicurezza, manteniamo al minimo le comunicazione con i nostri colleghi però è chiaro che è una situazione terrificante nella quale non pensavamo davvero di ritrovarci ancora. Il clima di guerra riduce sempre gli spazi di democrazia. In Ucraina non c'è un ufficio di Greenpeace ma operiamo con numerose associazioni sul posto ed è un legame che continuiamo a tenere vivo soprattutto dal versante dei Paesi Est europei. Greenpeace, per quello che può, continua a sostenere l'impegno di chi offre rifugio e assistenza alle troppe persone che fuggono da questo conflitto insensato". di Stefania Marignetti