INFORMAZIONI![]() Adriano PettenonAdriano Pettenon |
INFORMAZIONI![]() Adriano PettenonAdriano Pettenon |
(Adnkronos) - Mascherine a scuola contro i contagi Covid, sebbene manchi poco alla chiusura dell'anno scolastico il tema dell'obbligo di mascherina in classe resta di stretta attualità e si discute della possibilità di abolire l'obbligo, anche alla luce delle temperature ormai estive. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ospite questa mattina di SkyTg24, si dice "convinto che soprattutto durante le lezioni, quando i nostri ragazzi e i nostri bambini sono seduti al proprio posto, si possano togliere le mascherine e mi auguro che ci possa essere lo spazio per fare una ulteriore riflessione pur consapevole che siamo certamente ormai vicini alla scadenza dell'anno scolastico. Sarebbe un ulteriore segnale di fiducia ai cittadini. Mi auguro che si possa aprire una riflessione". BASSETTI - L'Italia "è l'ultimo e unico Paese in Ue ad avere ancora l'obbligo della mascherina a scuola. E' anacronistico e fuori dal tempo" dice all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, in merito alle polemiche sulla proposta della Lega di togliere l'obbligo delle mascherine a scuola. "E' giusto portare avanti un obbligo quando siamo sicuri che ci sia una efficacia nel ridurre la trasmissione - precisa Bassetti - Ma non è questo il caso. Non è possibile stabilire se questi dispositivi di protezione abbiano effettivamente ridotto la trasmissione del virus. Lo dico perché non c'è nessuna evidenza scientifica che lo abbia stabilito rispetto alla vaccinazione, al lavaggio delle mani o al distanziamento". "Chi afferma che è la scienza a dire che serve l'obbligo della mascherina a scuola - avverte - dice una eresia: nessuno studio ha affermato che le mascherine da sole hanno ridotto la trasmissione". Secondo Bassetti, "le Ffp2 usate in maniera molto rigorosa possono ridurre un minimo la trasmissione del virus, ma quanti studenti - si chiede - le usano in modo corretto? Le cambiano ogni 6 ore? Pochi". "La polemica 'pro mask' e 'no mask' non giova a nessuno. Non è un problema del caldo o del freddo, avendo levato l'obbligo della mascherina per molte attività è davvero fuori dal tempo dire che a scuola servono", conclude l'infettivologo. BURIONI - "A chi dice che non ci sono dati da studi controllati sull'efficacia delle mascherine a scuola, ricordo che dati da studi controllati mancano anche riguardo all'efficacia del paracadute" afferma in un tweet il virologo Roberto Burioni, docente all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. CRISANTI - Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova, all'Adnkronos Salute sottolinea: "Non è che le mascherine a scuola si debbano mantenere per diminuire la trasmissione" di Covid, "perché poi se un ragazzo le tiene mezza giornata in aula e poi va con gli amici al bar, al ristorante, in discoteca, l'effetto protettivo è nullo. Però c'è un effetto protettivo nei confronti dei più fragili". "E' per questo unico motivo, per tutelare i più fragili, che le mascherine a scuola andrebbero mantenute fino alla fine dell'anno scolastico. E il caldo non crea nessun problema", dice l'esperto. RASI - "Fatto salvo che la mascherina rimane un presidio per proteggere l'individuo e ciascuno di noi dovrebbe ormai sapere come, la Ffp2 ben stretta sul naso, e quando usarla in base alle circostanze, nell'ultimo mese di scuola lascerei liberi i bambini e i ragazzi dall'obbligo della mascherina. Dopo la scuola hanno una vita sociale e tante interazioni che non prevedono più l'obbligo della mascherina. Magari l'insegnante può considerare di tenerla in aula" sottolinea all'Adnkronos Salute Guido Rasi, responsabile scientifico Consulcesi ed ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema. "E poi bisogna tenere le finestre possibilmente aperte dove le condizioni lo permettono per una buona ventilazione", conclude Rasi. RICCIARDI - "Con varianti di Sars-Cov-2 così contagiose come quelle che stanno emergendo, è opportuno e necessario essere ancora cauti. Le coperture vaccinali nelle scuole sono bassissime, non arrivano al 40%, e servirebbe sicuramente aumentarle, bisogna quindi continuare a portare la mascherina fino alla fine dell'anno scolastico. In spazi chiusi, con un virus più contagioso e in spazi limitati, il rischio di infettarsi è alto" dice Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza, in merito alle polemiche sulle richieste di togliere le mascherine a scuola in considerazione delle temperature elevate di questo periodo. "Non bastano le finestre aperte - continua Ricciardi - per combattere questo virus serve applicare più misure contemporaneamente. La prima, quella più importante, è la vaccinazione dei bambini per la quale vanno aumentate le coperture. La seconda è quella dell'uso delle mascherine, seguita da aerazione, distanza sociale, igiene". SIGNORELLI - "Tenere la mascherina è meglio che non averla rispetto a un virus ancora circolante - afferma all'Adnkronos Salute Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano - E visto che l'ambiente scolastico è stato quello dove si sono verificati più focolai di Sars-Cov-2 credo che, in coerenza con tutte le misure prese da inizio epidemia ad oggi, il ministero della Salute italiano abbia voluto giustamente essere più prudente. Non mi sembra una buona idea rischiare alla fine dell'anno scolastico, all'ultimo miglio, con conseguenze sulle verifiche finali, gli esami ecc". "La pandemia non è cessata. Questo sacrificio, che poi è solo di tre settimane, ha senso rispetto a un'infezione che sta ancora girando. Credo che non cambi l'impatto generale e che si possa chiudere l'anno senza magari rischiare di avere, sul finale, qualche focolaio che poi costringe a prendere altri provvedimenti peggiori. La mascherina non è una garanzia del 100% ma protegge", conclude Signorelli. PEDIATRI - "Mancano tre settimane alla fine della scuola. Non ha molto senso sollevare discussioni sulla mascherina a scuola. Le norme ci sono e sono ponderate. Vanno seguite. E' un piccolo sacrificio, sopportabile, che protegge" dice Paolo Biasci, presidente della Fimp, sindacato dei pediatri di famiglia. "Quando la scuola sarà chiusa, i bambini e i ragazzi - aggiunge Biasci - potranno stare all'aria aperta, andare al mare, fuori città e questo potrebbe migliorare ancora la situazione epidemiologica. In questo momento parliamo di un piccolo sacrificio per gli ultimi giorni, che può essere benissimo sostenuto. Pensiamo piuttosto agli ultimi due anni, tre settimane non credo che possano influire".
(Adnkronos) - Al via un nuovo corso di alta formazione rivolto ai Data protection officer (Dpo), la figura responsabile della protezione dei dati introdotta dal nuovo regolamento europeo Gdpr che ha rivoluzionato la materia. Si intitola ‘Dpo in pratica’ e a organizzarlo è Inveo, organismo di certificazione accreditato da Accredia, per rispondere all’esigenza di aggiornare la formazione in ambito di data protection. A distanza di 4 anni dall’entrata in vigore del regolamento europeo, infatti, si sono susseguiti numerosi corsi di formazione relativi a diversi aspetti della disciplina che regolamenta la privacy. ‘Dpo in pratica’ si propone di entrare nel vivo del tecnicismo, accogliere profili privacy già formati e con un solido tessuto teorico, per trasmettere la cultura dell’operatività e fornire un impianto di azione universale e trasversale, applicabile al lavoro quotidiano. Il corso, che si svolgerà on line e partirà il 14 giugno, si rivolge a Dpo e figure di supporto, come spiega Riccardo Giannetti, chairman presso Inveo Group: “Il corso 'Dpo in pratica', di altissima specializzazione, rappresenta un'evoluzione del percorso tecnico di formazione per Dpo. Il data protection officer è il soggetto che supporta il titolare dei dati, verifica che questi presti la massima conformità al Gdpr; in altre parole, vigila sul corretto operare del titolare. Come organismo di vigilanza monocratico, quindi, ha degli obblighi di monitoraggio, di controllo e di audit. Questo richiede competenze tecniche, relative in particolare alla normativa Iso per il miglioramento dei processi, ma che non sempre sono presenti in questi professionisti, pur essendo degli ottimi giuristi. I Dpo, infatti, sono già molto formati, ma manca sempre un pezzetto, una parte, essendo figure con una cultura prettamente giuridica: manca tutto quell'aspetto tecnico che consente di operare completamente in conformità alle richieste del Gdpr. E il nostro corso va proprio in questa direzione”. Grazie a questo corso di alta formazione, infatti, come sottolinea Giannetti, “il Dpo sarà supportato nella sua attività dalla conoscenza tecnica che gli forniamo di norme specialistiche Iso, in particolar modo nell'applicazione pratica di quei concetti che poi dovranno riscontrare sul campo". “L'obiettivo di questo corso è di fornire strumenti pratici al Dpo - ribadisce - su come gestire la sua professione e l'attività sul campo: come si gestisce un piano di audit, come si controlla, come si scrivono dei rilievi". Il corso ‘Dpo in pratica’ è articolato in 6 lezioni nelle quali saranno trattati 6 temi distinti e ad ognuna seguirà un test di apprendimento. “Un percorso - spiega ancora Giannetti - che ha la caratteristica di essere modulare e quindi va incontro alle esigenze dei Dpo moderni, che operano con ritmi e obiettivi molto serrati. Dovendo ottimizzare i tempi, con il nuovo corso forniamo appunto uno schema modulare, su una base mensile, a partire dal periodo estivo, dove il Dpo potrà formarsi seguendo le sue esigenze e i suoi ritmi, e scegliendo quali moduli seguire secondo i propri interessi e le competenze già acquisite”. Ogni anno Inveo assegna 1 borsa di studio per ciascun ciclo formativo per il diritto allo studio e la promozione della conoscenza, alla memoria di Giovanni Buttarelli, che dello sharing del sapere e della tutela dell’individuo ha fatto il suo manifesto personale “Quest'anno verrà erogata una sola borsa di studio, alla memoria di Giovanni Buttarelli, a un solo studente che abbia i requisiti di essere giovane, senza esperienza lavorativa e che abbia frequentato un corso di formazione per Dpo", conclude Giannetti. La borsa di studio consente a giovani Dpo meritevoli, in possesso dei requisiti (aver frequentato il Master ed essere in cerca di occupazione), di partecipare a titolo gratuito all'intero ciclo formativo, compresa la partecipazione come osservatore a un audit.
(Adnkronos) - Per la prima volta sulla costa meridionale della Nuova Zelanda sono trovate spugne marine sbiancate a causa della temperatura estremamente calda dell'acqua. La scoperta è stata fatta il mese scorso in occasione del viaggio di ricerca di un gruppo di scienziati della Victoria University di Wellington, che hanno lanciato l'allarme: in oltre una dozzina di siti nei pressi del Breaksea Sound e del Doubtful Sound, nella zona del Fiordland National Park, quasi tutte le spugne - che normalmente sono di un bel color marrone cioccolato - risultavano sbiancate. In alcune zone - ha riferito il professore di biologia marina James Bell - almeno il 95 per cento delle spugne era completamente bianco. Lo scorso anno in Nuova Zelanda si è registrato il record della temperatura dell'acqua, 2,6 gradi in più della media, con picchi di quasi il doppio proprio nella zona del Fiordland.