(Adnkronos) - Ambrogio Beccaria e Ian Lipinski a bordo di Crédit Mutuel vincono la Normandy Channel Race al termine di un intenso match race e con solo 9 minuti e 50 secondi di vantaggio sui secondi classificati. Alle 4:38 ora locale di questa mattina, dopo 4 giorni 15 ore 8 minuti e 18 secondi di regata, Crédit Mutuel ha tagliato, in prima posizione, il traguardo della tredicesima edizione della Normandy Channel Race. Prova combattuta fino alle ultime miglia e molto impegnativa sia per il percorso (800 miglia) che per le condizioni meteo. Per Beccaria, primo italiano ad aver vinto la Mini-Transat nel 2019, questa di oggi è una performance eccezionale e una grande opportunità di crescita e di “riscaldamento”, prima del suo debutto oceanico sul Class40 "Alla Grande" che sarà alla prossima edizione della Route du Rhum (6 novembre 2022). Beccaria e Lipinski hanno conquistato il podio dopo una rimonta notevole dalla quarta posizione dei primi giorni alla seconda e infine alla testa della flotta di ieri, recuperando il distacco non senza fatica. Il duo a bordo di Crédit Mutuel ha inseguito instancabilmente gli avversari, superando le innumerevoli insidie di una regata complicata dalle correnti e dai temporali della prima giornata di corsa. Dopo la traversata del Solent e una rapida risalita delle coste inglesi, la flotta ha fatto rotta verso Tuksar Rock, a nord-est dell'Irlanda nel Mar Celtico, prima di ricevere l’avviso che il percorso era stato ridotto e che non sarebbero dovuti andare fino al faro del Fastnet. Al largo della Cornovaglia Crédit Mutuel si è presa il rischio, percorrendo una rotta diversa da tutto il resto della flotta e rilanciando così la partita. Primi a uscire dal sud dell'isola anglonormanna di Guernsey, Ian e Ambrogio hanno iniziato in testa la risalita verso Cherbourg. “E’ stata una regata incredibile -dice Ambrogio Beccaria-. Sono contento. Ci sono stati passaggi davvero molto complicati: banchi di sabbia che si muovevano, correnti fortissime. Abbiamo navigato praticamente su onde statiche di marea, rotto due spinnaker prima di arrivare in Irlanda, proprio quando stavamo andando fortissimo. La cosa più incredibile però è che in questa regata c’erano tutti i più bravi, il gotha della vela d’altura francese: Antoine Carpentier, che ha vinto varie Transat Jacques Vabre, Yoann Richomme, vincitore della Solitaire de Figaro, ma anche Alex Tréhin, Nicolas D’Estais, Alexis Loison. Quindi direi che è andata davvero… alla grande!”. Una curiosità sul duo Beccaria e Lipinski - il duo de choc, come li chiamano Oltralpe -: avevano già regatato insieme alla Les Sables-Horta-Les Sables nel luglio scorso sempre a bordo di Crédit Mutuel, conquistando la terza posizione, ma con medie di velocità impressionanti vicino ai 18 nodi e punte di 20. I due avevano stabilito il record di velocità su un Class 40 tuttora imbattuto, percorrendo 428,82 miglia in 24 ore. Beccaria e Lipinski sono colleghi e amici, ma il loro legame è antico e ha che fare con una barca, in particolare un mini 6.50 che Beccaria andò a recuperare in Portogallo nel lontano 2013 e con cui fece le sue prime regate oceaniche. Il Mini Kalonig, un Pogo2, era naufragato in Atlantico in occasione della Mini-Transat. Il suo skipper era proprio Ian Lipinski. Il relitto del Pogo2 è poi diventato il primo “Alla Grande”, uno dei mini di vecchia generazione più veloci di sempre. Ed è allora che è cominciata l’amicizia di questi due grandi campioni.
(Adnkronos) - "Il settore della vendita diretta si è sempre dimostrato vivace, superando con vitalità sia le ricorrenti crisi economiche sia la fase più dura del Covid. Le imprese che Univendita rappresenta, in pratica le maggiori del comparto, hanno aumentato i ricavi del 7% nel 2021 sul 2020, raggiungendo gli oltre 1,4 miliardi di fatturato. Ma il mercato totale della vendita diretta vale circa 3,6 miliardi con quasi 300 aziende attive sul territorio e oltre mezzo milione di incaricati alla vendita". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, il presidente di Univendita, Ciro Sinatra, sul boom del settore della vendita diretta, il vecchio 'porta a porta'. Un comparto che ha superato con scioltezza anche la crisi legata alla pandemia. "E' chiaro che il primo lockdown ha ridotto di molto i volumi. Ma il settore si è subito dimostrato molto reattivo -continua Sinatra- e c’è una quota ampia di clienti che ha mostrato di continuare a gradire il rapporto diretto con il venditore, questa forma di 'slow shopping' per cui si impara a conoscere il marchio e il prodotto attraverso la loro storia, si intavolano relazioni personali, si può soprattutto provare il prodotto prima di acquistarlo". Ma oltre ai rapporti personale anche le nuove tecnologie stanno contribuendo alla crescita del comparto. "La digitalizzazione, invece, tra call, webinar, slide e presentazioni digitali, si sta dimostrando un supporto che accresce la qualificazione e la professionalità dell’incaricato. E’ importante sottolineare che l’online non ha snaturato l’essenza tradizionale della vendita diretta, ma anzi ha potenziato le possibilità di contatto diretto tra venditori e acquirenti", rimarca Sinatra. E il settore guarda con fiducia al futuro. "L’associazione e le aziende associate investono da sempre sulla formazione generale del venditore sul piano etico-deontologico e tecnologico; stiamo lanciando nuove iniziative affiancandoci, come associazione, al training più spiccatamente commerciale che le singole aziende fanno per mostrare ai venditori che un corretto approccio online rafforza i rapporti con i consumatori e potenzia le possibilità di contatto diretto con i clienti", spiega ancora Sinatra. Secondo Sinatra "oltre il 90% degli incaricati di vendita è costituito da donne che apprezzano la flessibilità organizzativa e gestionale di questo tipo di impiego e sanno valorizzare le loro capacità, che definirei di creatività relazionale, nel rapporto con il cliente. Oggi si parla tanto di smart working: la vendita diretta è una sorta di 'smart working a casa degli altri' per questa sua caratteristica di autonomia orientata al risultato. Gli under 35 sono oltre un terzo del totale che diventano oltre il 70% se si considerano gli under 55". "Secondo una nostra indagine, il 90% di loro -insiste Sinatra- si dice soddisfatto, tanto che sei incaricati su 10 rimangono nel comparto almeno sei anni. Tra questi c’è anche chi fa carriera e diventa manager o addirittura amministratore delegato delle aziende in cui ha fatto la gavetta. Diciamo che è una professione che consente di bilanciare aspirazioni di carriera ed esigenze familiari ed in generale extralavorative", spiega ancora. Il mercato della vendita diretta vale nel complesso circa 3,6 miliardi di euro all’anno e dà lavoro a 544mila addetti. Solo per quanto riguarda le 16 aziende associate ad Univendita, si parla di 1,4 miliardi di fatturato annuo, 13 milioni di clienti e circa 144mila addetti alla vendita, in lieve crescita sull’anno precedente. "Chiaramente, molta parte del mercato della vendita diretta riguarda i beni durevoli per la casa, ma vanno bene anche gli alimentari e soprattutto la cosmesi e i prodotti per la cura del corpo, che fanno segnare un +15,1% nel 2021 sul 2020. Crescono però pure altre tipologie di beni e servizi, a cominciare dai pacchetti viaggi e vacanze. "Le prospettive del settore sono positive e prevediamo che il trend di ripresa si confermi e si rafforzi ulteriormente", sottolinea fiducioso il numero uno di Univendita. Ma il comparto chiede però attenzione e non indifferenza dalle istituzioni. "La vendita diretta ha però bisogno -spiega Sinatra- di una regolamentazione che non sia sfavorevole e penalizzante, ecco perché stiamo chiedendo incentivi sulla formazione – incentivi oggi riservati quasi esclusivamente al personale dipendente - e soprattutto di evitare discriminazioni come quella che rischia di venire introdotta dal ddl di delegazione europea 2021, in discussione al Senato, che interpreta in maniera singolare la direttiva Ue di riferimento ed estende il periodo di diritto di recesso da 14 a 30 giorni soltanto per la vendita diretta e non per le altre forme di commercio, nemmeno quello online", sottolinea Sinatra. "Non credo che abusi e truffe siano più frequenti nel nostro settore che in altri; anzi, il porta a porta è caratterizzato da un rapporto diretto con il venditore che tutela maggiormente il cliente. Dunque, chiediamo al Mise e al governo tutto di rivedere una norma chiaramente inutile e sproporzionata", conclude Sinatra.
(Adnkronos) - E' stato consegnato a Michele Crisci, Presidente di Volvo Car Italia, il premio DealerStat attribuito alla filiale del marchio svedese come brand che meglio sta interpretando il processo di elettrificazione della mobilità. Il riconoscimento - consegnato nel Forum di Automotive Dealer Day - è frutto di uno studio, giunto alla diciannovesima edizione, che mostra fra l'altro il grado di soddisfazione dei titolari di concessionarie italiane nei confronti delle Case. L’indagine, condotta quest’anno nel periodo compreso fra l’8 marzo e il 14 aprile, ha coinvolto 33 marchi e oltre il 60% dei dealer italiani per un totale di 1.378 questionari raccolti in cui sono stati espressi giudizi su tre importanti aspetti legati al processo di elettrificazione: ovvero, la competitività della gamma delle vetture elettriche prevista nei prossimi tre anni (Plug-in e Full Electric); la completezza dell’offerta a supporto della vendita e il supporto ai concessionari con linee guida e formazione. Nelle valutazioni espresse dai dealer italiani, dunque, Volvo è risultato il brand che meglio sta interpretando il processo di elettrificazione della mobilità con un punteggio di 4,04 (in una valutazione da 1 a 5), rispetto a una media nazionale pari a 3,21. “Crediamo fermamente che l’elettrificazione sia il futuro della mobilità - ha sottolineato Crisci - e ci fa piacere vedere come i nostri sforzi per favorire la diffusione della mobilità elettrica nel nostro Paese vengano apprezzati da attori così importanti della filiera automotive come sono i concessionari. Al di là dell’elettrificazione della nostra gamma, siamo impegnati in iniziative senza precedenti per rendere la mobilità elettrica accessibile a tutti" dal progetto Powerstop per l’installazione di stazioni di ricarica veloce in tutto il territorio italiano, iniziativa che stiamo realizzando insieme ai nostri concessionari, al servizio ELEC3City inaugurato a Portanuova, il primo esempio di car-sharing di quartiere in Italia e non solo. "Vogliamo dare risposte concrete alle esigenze di chi vorrebbe passare alla mobilità elettrica sia a lungo raggio sia in contesto urbano, per un reale cambio di passo infrastrutturale del nostro Paese. E con questo intendo tutti gli automobilisti, non solo chi guida una Volvo" ha concluso Crisci.”