COMUNICAZIONE ITALIANA
L'Ecosistema della Conoscenza e delle Relazioni

Comunicazione Italiana: L'eccellenza nel Knowledge Networking.

Siamo la principale Knowledge Networking company in Italia, attiva da oltre 20 anni. Il nostro network rappresenta l'eccellenza nella condivisione di conoscenze e nell'agevolazione delle interazioni tra professionisti e aziende. Comunicazione Italiana fornisce un ambiente di apprendimento collaborativo, in cui C-Level Manager provenienti da diversi settori si incontrano per scambiare esperienze e informazioni, ampliando le proprie competenze e creando opportunità di crescita personale e professionale. La nostra struttura organizzativa si compone di due entità distinte: una Società specializzata nel Knowledge Networking for Business e un'Associazione focalizzata sul Knowledge Networking for Advocacy. Queste due anime si incontrano nello Studio "phygital" Community House, il luogo dedicato agli Associati. È qui che le menti più brillanti si riuniscono in Eventi per collaborare, creare sinergie e sviluppare relazioni strategiche. Attraverso la nostra vasta gamma di attività, appuntamenti ed esperienze, vogliamo influenzare le "decisioni" e le "opinioni" dei nostri pubblici e stakeholders, promuovendo la sostenibilità economica, sociale ed ambientale del Paese. Unisciti a noi per ampliare le tue opportunità, ispirare il cambiamento e raggiungere nuovi traguardi nel tuo business e nel mondo delle relazioni.

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Dimostrare il più grande errore giudiziario della storia. E’ l’impegno che la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all’ergastolo per la strage di Erba, si sono assunti con la richiesta di revisione del processo e che oggi sono pronti a sostenere in aula davanti ai giudici della seconda sezione della corte d’appello di ...

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Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha nominato Natale Forlani presidente dell’Inapp, l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche vigilato dal ministero. L'incarico, a titolo gratuito, durerà fino alla scadenza dell'attuale consiglio di amministrazione dell'Istituto. Natale Forlani, coautore del Libr...

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La prima Fondazione riconosciuta di Ricerca in Italia per la sostenibilità digitale compie tre anni. Il prossimo 18 aprile si terrà al Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale dell’Università degli studi di Roma Sapienza un incontro per parlare dei progressi svolti in questo triennio e per focalizzarsi sulle sfide e gli obiettivi futuri. Abb...

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Strage Erba, parola a difesa Olindo e Rosa: nuove prove per dimostrare 'errore'

(Adnkronos) - Dimostrare il più grande errore giudiziario della storia. E’ l’impegno che la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all’ergastolo per la strage di Erba, si sono assunti con la richiesta di revisione del processo e che oggi sono pronti a sostenere in aula davanti ai giudici della seconda sezione della corte d’appello di Brescia. In un’udienza, che si preannuncia lunga e probabilmente non definitiva, gli avvocati Fabio Schembri, Nico D’Ascola, Patrizia Morello e Luisa Bordeaux proveranno a mettere in fila l’elenco di nuove prove che potrebbero cambiare la verità giudiziaria dell’11 dicembre del 2006 quando, sotto i colpi di spranga e coltelli, morirono - nella palazzina di via Diaz - Raffaella Castagna, il figlio Youssef di soli due anni, la nonna del piccolo Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, moglie dell’unico sopravvissuto Mario Frigerio.  A più di 17 anni dai fatti la difesa tenta di ribaltare un verdetto che ha retto per ben tre gradi di giudizio mettendo in fila le prove nuove, le criticità dell'indagine e mettendo in discussione i tre pilastri dell’accusa: le confessioni degli imputati, il ricordo dell’unico testimone oculare e la prova scientifica.  Le confessioni sono "false", infarcite di "errori" e "discrepanze" è la tesi difensiva. L’analisi di un proprio pool di esperti offre agli avvocati conclusioni nette: i racconti sulla strage da parte della coppia "risultano piene di errori, molti elementi della scena del crimine vengono 'sbagliati' (tra il 50 e il 70%)". Le versioni "non sono dettagliate, non sono sovrapponibili, non sono combacianti, non sono coerenti e non sono costanti e dunque hanno tutte le caratteristiche delle false confessioni". Olindo colleziona "centinaia” di 'non lo so', 'non mi ricordo’, 'mi sembra', 'questo adesso mi sfugge', lo stesso Rosa. "Quelle che vengono definite confessioni sono, in realtà, una serie di 'sì' a suggerimenti”. E "incontrovertibilmente falsa" è anche la ricostruzione sull’omicidio di Valeria Cherubini che, a dire della difesa, è stata finita nella sua mansarda.  Non convince i legali neppure il racconto di Frigerio (morto nel 2014), salvatosi dalla strage solo per una malformazione alla carotide. Ricoverato in rianimazione all’ospedale Sant'Anna di Como, può essere ascoltato solo a circa 86 ore dai fatti. Dal 15 al 26 dicembre del 2006 viene sentito otto volte e, sostiene la difesa, prima riferisce di un killer sconosciuto con la pelle olivastra, poi dal 2 gennaio parla di Olindo come del suo aggressore. Un racconto non genuino: "L'intossicazione da monossido di carbonio", gli assassini appiccano il fuoco nell’appartamento di Raffaella Castagna per cancellare le tracce della strage, "hanno determinato il decadimento di funzioni cognitive importanti, come alterazioni della memoria, della capacità di ricordare e della capacità di orientamento".  La difesa lamenta anche "la mancanza di circa il 60% delle audio registrazioni" e insiste su un punto: le dichiarazioni dopo il 15 dicembre "sono da considerarsi non idonee in quanto esito di centinaia di domande suggestive” che “hanno attecchito facilmente nel testimone in una condizione di vulnerabilità psichica" e che ha determinato la creazione di una "falsa memoria in merito a Olindo Romano quale aggressore".  Desta inoltre incredulità la presenza (contestata) di una sola macchia di sangue, una traccia di Valeria Cherubini, trovata sul battitacco dell'auto dell’ex netturbino visionata a poche ore dalla strage, poi nuovamente la sera del 26 dicembre. Le operazioni di ispezione, repertazione e verbalizzazione dei carabinieri avvengono con tempi e modalità ritenute, da chi sostiene l’innocenza, non trasparenti. Le foto scattate e catalogate con approssimazione tolgono forza all’unica prova scientifica. Tre prove a cui le sentenze dedicano decine di pagine - ben 70 per le confessioni, 23 per il riconoscimento e 21 per la macchia di sangue – e rispetto alle quali la difesa prova a insinuare il dubbio per smontare una verità giudiziaria che regge da più di 17 anni.

Inapp, Natale Forlani è il nuovo presidente

(Adnkronos) - Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha nominato Natale Forlani presidente dell’Inapp, l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche vigilato dal ministero. L'incarico, a titolo gratuito, durerà fino alla scadenza dell'attuale consiglio di amministrazione dell'Istituto. Natale Forlani, coautore del Libro Bianco sul mercato del lavoro italiano coordinato da Marco Biagi, è stato già presidente e amministratore delegato di Italia Lavoro Spa. Ha ricoperto inoltre il ruolo di direttore generale della D.G. Immigrazione e Politiche di integrazione del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Fondazione per la Sostenibilità Digitale, Epifani: “Ancora poca consapevolezza”

(Adnkronos) - La prima Fondazione riconosciuta di Ricerca in Italia per la sostenibilità digitale compie tre anni. Il prossimo 18 aprile si terrà al Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale dell’Università degli studi di Roma Sapienza un incontro per parlare dei progressi svolti in questo triennio e per focalizzarsi sulle sfide e gli obiettivi futuri. Abbiamo perciò chiesto al presidente Stefano Epifani a che punto fossimo con la sostenibilità digitale nel nostro Paese.  Presidente, puoi spiegarci cos’è la “sostenibilità digitale” e a che punto siamo nel nostro Paese?  “Con il termine 'sostenibilità digitale' indichiamo, da una parte il modo con cui possiamo usare tecnologia come strumento utile per la sostenibilità e dall’altra parte, come impiegare i criteri di sostenibilità per orientare lo sviluppo tecnologico. I dati che rilasceremo il 18 aprile in occasione dei tre anni dalla nascita della Fondazione ci dicono che siamo a un punto peggiore di quanto normalmente si racconti. Un italiano su due di quanti vivono nei piccoli centri non ha davvero capito il concetto di “sostenibilità”: dato che scende a uno su tre nei grandi centri, e meno di uno su tre è in grado di rapportare la sua visione ideologica di sostenibilità a delle pratiche del vivere quotidiano. C’è grande confusione”.   Con un Osservatorio permanente misurate l’Indice di Sostenibilità Digitale, cioè la consapevolezza degli italiani sul tema. In quali aree del nostro Paese si evidenziano maggiori criticità?  “Con l’Indice di Sostenibilità Digitale misuriamo:  Per la prima volta possiamo dire che l’Italia, quando parliamo di sostenibilità digitale, non è divisa tra Nord e Sud come si crede, ma tra grandi e piccole città. E questo problema riguarda da una parte la presenza d'infrastrutture e dall’altra il livello di consapevolezza sul digitale: maggiore nei grandi contesti urbanizzati rispetto ai piccoli comuni, ma insufficiente ovunque. Quello che manca è poi la consapevolezza sia rispetto al ruolo del digitale come strumento di sostenibilità che della sostenibilità come strumento utile per indirizzare la digitalizzazione”.   E le aziende sono più o meno consapevoli?  “L’Osservatorio guarda ai cittadini, tutti. Ma per le aziende, nello specifico, la Fondazione ha sviluppato, sulle tematiche Esg, una “patente di sostenibilità”, simile a quella recentemente pubblicata relativa alla parità di genere. Si tratta della prassi di Riferimento UNI/PdR 147:2023 “Sostenibilità digitale – Requisiti e indicatori per i processi d'innovazione”, che fa sì che i progetti di trasformazione digitale possano rispondere agli indicatori di sostenibilità per essere coerenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030. Riconosciuta a livello italiano e presto a livello europeo, servirà per misurare il rapporto efficienza-efficacia nell’implementazione delle tecnologie per la sostenibilità nelle attività di corporate sustainability reporting”.  Negli scorsi giorni, alla Camera dei deputati avete siglato un accordo per un percorso di formazione. L’obiettivo è supportare i parlamentari sulle tematiche della Sostenibilità digitale, cosa che già fate anche con i giornalisti tra l’altro. Si presume che, se ha motivo di esistere, è perché ci sono ancora delle lacune anche da parte dei nostri rappresentanti…  “C’è un gran bisogno di consapevolezza anche da parte dei parlamentari perché non è pratica diffusa in modo omogeneo all’interno del parlamento. C’è stato l’accordo per definire l’avvio di un percorso sviluppato da Fondazione assieme ai componenti dell’intergruppo parlamentare ‘Innovazione tecnologica’, con i quali svilupperemo momenti di formazione e informazione rivolte ai parlamentari e alle istituzioni per implementare le competenze necessarie per legiferare un tema oggettivamente complesso e in rapidissima evoluzione: si pensi al ruolo dell’AI”.   La Fondazione compie tre anni: come definisci i risultati ottenuti fino a oggi e quali sono le sfide future che vi aspettate di dover affrontare? Il “bilancio” della Fondazione sotto questo punto di vista è positivo?  “In questi tre anni, il “bilancio” ha superato le aspettative. Abbiamo sviluppato la prima prassi di riferimento a livello europeo; costruito il network più esteso e significativo di stakeholder specializzati su questi temi; realizzato un network di università ampio e diffuso. Facciamo formazione da tre anni ai giornalisti e la faremo ai parlamentari. Il tutto lavorando solo sulla volontà dei nostri soci sostenitori di svolgere attività utili al paese in un’ottica di give back, restituendo know-how e mettendosi a disposizione. La forza della Fondazione è quella di essere un ente terzo, super partes. La soddisfazione è che abbiamo intercettato la volontà da parte di molti d'impegnarsi per fare del bene al nostro Paese, utilizzando la leva della sostenibilità, dalla Rai a grandi aziende come Eni o Enel, con cui collaboriamo”.   Quali strumenti consiglieresti ai cittadini per tenersi informati su queste tematiche?  “Esistono tante iniziative di realtà diverse. Noi stiamo realizzando un corso di formazione per la sostenibilità digitale anche nei percorsi di laurea delle università. Quest’anno grazie a uno dei nostri partner, EHT, abbiamo lanciato la prima edizione del Digital Sustainability Award, con il quale premieremo in denaro e con la possibilità di affiancare un Ceo di una grande azienda, lo studente o la studentessa che riterremo meritevole sulla base di una tesi di laurea dedicata a queste tematiche. Ma la grande rivoluzione dovrebbe partire nelle scuole medie e superiori. Si dovrebbe insegnare a considerare il digitale come qualcosa con il quale convivere con l’obiettivo di governarlo, e non da utenti passivi: solo così sarà un alleato e non un nemico. Da parte nostra, ce la metteremo tutta per contribuire in tal senso”.