COMUNICAZIONE ITALIANA
L'Ecosistema della Conoscenza e delle Relazioni

Comunicazione Italiana: L'eccellenza nel Knowledge Networking.

Siamo la principale Knowledge Networking company in Italia, attiva da oltre 20 anni. Il nostro network rappresenta l'eccellenza nella condivisione di conoscenze e nell'agevolazione delle interazioni tra professionisti e aziende. Comunicazione Italiana fornisce un ambiente di apprendimento collaborativo, in cui C-Level Manager provenienti da diversi settori si incontrano per scambiare esperienze e informazioni, ampliando le proprie competenze e creando opportunità di crescita personale e professionale. La nostra struttura organizzativa si compone di due entità distinte: una Società specializzata nel Knowledge Networking for Business e un'Associazione focalizzata sul Knowledge Networking for Advocacy. Queste due anime si incontrano nello Studio "phygital" Community House, il luogo dedicato agli Associati. È qui che le menti più brillanti si riuniscono in Eventi per collaborare, creare sinergie e sviluppare relazioni strategiche. Attraverso la nostra vasta gamma di attività, appuntamenti ed esperienze, vogliamo influenzare le "decisioni" e le "opinioni" dei nostri pubblici e stakeholders, promuovendo la sostenibilità economica, sociale ed ambientale del Paese. Unisciti a noi per ampliare le tue opportunità, ispirare il cambiamento e raggiungere nuovi traguardi nel tuo business e nel mondo delle relazioni.

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Taiwan è stata colpita anche oggi da decine di scosse sismiche. Non vengono segnalate vittime sull'isola dopo il terribile terremoto di magnitudo 7.2 dello scorso 3 aprile. Le scosse più forti tra le ultime, riferiscono i media locali, sono state di magnitudo 6.3 e di magnitudo 6 e hanno colpito la zona della contea di Hualien.  Per la Central Weat...

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Al Cibus di Parma, dal 7 al 10 maggio, il Consorzio di tutela chiude il tour alla ricerca dei migliori vini di ogni regione d’Italia in abbinamento alla Mozzarella di bufala campana Dop, realizzato in collaborazione con l’Ais Campania. Un’anteprima dei risultati di questo inedito viaggio in Italia sarà presentata l’8 maggio alle ore 11.30 nell’area...

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In Europa le temperature medie sono aumentate più che in ogni altro continente ma, pur restando allarmanti, i risultati del rapporto Copernicus sono anche la conseguenza di “tendenze intrinseche al cambiamento climatico”.  Lo spiega all’Adnkronos Piero Lionello, professore ordinario di Fisica dell’Atmosfera e Oceanografia presso l’Università del Sa...

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Terremoto oggi a Taiwan, la terra trema ancora: decine di forti scosse

(Adnkronos) - Taiwan è stata colpita anche oggi da decine di scosse sismiche. Non vengono segnalate vittime sull'isola dopo il terribile terremoto di magnitudo 7.2 dello scorso 3 aprile. Le scosse più forti tra le ultime, riferiscono i media locali, sono state di magnitudo 6.3 e di magnitudo 6 e hanno colpito la zona della contea di Hualien.  Per la Central Weather Administration (Cwa) si tratta di scosse di assestamento dopo il sisma di inizio mese che ha fatto almeno 17 morti. Secondo le notizie dei media locali, sono state ben 103 le scosse di magnitudo 4 o più forti che hanno colpito la contea di Hualien tra le 17 di ieri e le 10.30 di oggi.

Enogastronomia, Cibus, anteprima migliori vini italiani con mozzarella di bufala campana Dop

(Adnkronos) - Al Cibus di Parma, dal 7 al 10 maggio, il Consorzio di tutela chiude il tour alla ricerca dei migliori vini di ogni regione d’Italia in abbinamento alla Mozzarella di bufala campana Dop, realizzato in collaborazione con l’Ais Campania. Un’anteprima dei risultati di questo inedito viaggio in Italia sarà presentata l’8 maggio alle ore 11.30 nell’area espositiva esterna del Padiglione 2, stand AE016.  Nel corso dell’evento 'Bufala &wine in love' saranno svelati i migliori abbinamenti di due regioni, la Campania e l’Emilia, in una speciale degustazione. Parteciperanno il presidente del Consorzio di tutela mozzarella di bufala campana Dop, Domenico Raimondo, il presidente Ais Campania, Tommaso Luongo, il presidente Ais Emilia, Luca Manfredi, il delegato Ais di Caserta, Pietro Iadicicco e il direttore del Consorzio Emilia-Romagna, Giacomo Savorini. Nei mesi scorsi, i 22 presidenti regionali dell’Ais si sono riuniti con i loro esperti per una degustazione collettiva e hanno selezionato 5 vini, espressioni dei vari territori, ritenuti 'abbinamento top' con la mozzarella di bufala campana Dop. Nello specifico sono stati individuati, per ogni regione, 3 vini per l’abbinamento alla mozzarella Dop in versione classica e 2 vini per l’abbinamento alla mozzarella Dop in versione affumicata a paglia. Tutti i migliori 'pretendenti' per la mozzarella di bufala campana Dop saranno resi noti il 18 maggio nel corso dell’evento finale del format, in programma alla Reggia di Caserta. A Cibus, oltre all’area esterna, il Consorzio avrà anche un’area espositiva all’interno del Padiglione 2, stand G8, in collaborazione con il Consorzio di Tutela Pasta di Gragnano Igp. Si rinnova così la partnership tra le due più significative realtà consortili del Mezzogiorno.  Per l’edizione 2024, inoltre, è stata siglata anche la collaborazione con gli studenti dell’istituto alberghiero 'Scappi' di Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, che gestiranno le attività di cucina e servizio. Gli allievi hanno ideato un menu mediterraneo che punta ad esaltare la versatilità della Bufala Dop e della pasta di Gragnano Igp.  Si va dall’insalata di pasta di Gragnano Igp con brunoise di verdure e Bufala Campana Dop affumicata alla tartelletta di ricotta di bufala campana Dop con miele di Castel San Pietro fino a un grande classico, i paccheri di Gragnano al ragù napoletano, arricchiti da una crema di Bufala Dop.

Lionello (Unisalento): “Continente europeo più surriscaldato? Mi sorprenderebbe il contrario”

(Adnkronos) - In Europa le temperature medie sono aumentate più che in ogni altro continente ma, pur restando allarmanti, i risultati del rapporto Copernicus sono anche la conseguenza di “tendenze intrinseche al cambiamento climatico”.  Lo spiega all’Adnkronos Piero Lionello, professore ordinario di Fisica dell’Atmosfera e Oceanografia presso l’Università del Salento e presidente del network MedCLIVAR (Mediterranean CLImate Variability).  “La considerazione più importante ed essenziale da fare – esordisce Lionello – è che i gas serra si distribuiscono in modo approssimativamente uniforme su scala globale. In pratica, le emissioni dell’Italia non interessano solo il territorio italiano, lo stesso dicasi per quelle europee e così via. Un andamento completamente diverso rispetto, per esempio, alle emissioni di aerosol che tendono ad avere una persistenza breve in atmosfera e quindi un effetto più regionale e più limitato alle zone di emissione”.  Per questo occorre interessarsi non solo alle decisioni di casa propria: “Questo andamento dimostra una volta per tutte come il problema del cambiamento climatico sia una questione globale”. C’è poi un altro aspetto da considerare: “Durante una transizione, le alte latitudini tendono a scaldarsi di più delle zone tropicali. Allo stesso tempo, a livello superficiale, le masse continentali si scaldano di più delle masse oceaniche. Anche quando ci sono stati eventi caldi interglaciali in passato e le glaciazioni, il cambiamento climatico è stato molto più ampio in queste zone. Si tratta di tendenze intrinseche al sistema climatico, quindi mi sorprenderei nel vedere il contrario in questa fase di riscaldamento che ha sicuramente una importante componente antropogenica”, spiega il professore che ha contribuito alla redazione del sesto rapporto Ipcc (Intergovermental Panel on Climate Change), pubblicato lo scorso anno.  L’Unione europea si sta muovendo nella direzione e alla velocità giusta o le resistenze di alcune parti politiche rischiano di compromettere il cammino green dell’Ue?  “Quello che si può osservare è una progressiva attenzione a livello normativo e tecnologico da parte dell'Unione Europea nei confronti del cambiamento climatico che ha portato effettivamente a una riduzione delle emissioni. Le emissioni negli ultimi venti, trenta anni nel complesso stanno diminuendo anche negli Stati Uniti”.   Si tratta di un miglioramento sufficiente in prospettiva?  “No. Infatti, nonostante l’impegno di Ue e Usa, le emissioni su scala globale stanno aumentando”. Ancora una volta, quindi, il passaggio cruciale sta nella consapevolezza che ci troviamo di fronte a una sfida comune: “La consapevolezza che il clima sia una questione globale è fondamentale. Il contrasto al cambiamento climatico – prosegue il professor Lionello – non può che passare attraverso strategie condivise a livello internazionale almeno dai principali emettitori che in questo momento sono l’Unione Europea, gli Stati Uniti, la Cina e l’India. Al tempo stesso però è importante essere consapevoli delle differenze tra i problemi ambientali e l’inquinamento”, sottolinea. Dunque, se è vero che per contrastare il cambiamento climatico serve una sinergia internazionale, bisogna osservare che i singoli interventi dei Paesi sono fondamentali per i cittadini che vivono quei territori: “Da un punto di vista decisionale, è difficile che chi dà priorità al contrasto del cambiamento climatico non dia anche priorità alla lotta all’inquinamento e alla tutela degli ecosistemi. È vero che queste misure devono essere condivise a livello internazionale per contrastare l’aumento della concentrazione di gas serra in atmosfera. È anche vero, però, che le strategie e le decisioni anti inquinamento prese dalle istituzioni hanno effetti molto positivi sull’ambiente e sui servizi ecosistemici che riguardano i cittadini europei”.  Siccità, rischio desertificazione ed eventi atmosferici estremi: ci sono alcune zone dell’Italia a rischio nel prossimo futuro?  “Eviterei catastrofismi privi di fondamento scientifico. Sicuramente i dati testimoniano aumenti delle temperature medie importanti per gli ecosistemi e per l’ambiente in cui viviamo, ma non al punto da rendere inabitabili alcune zone d’Italia almeno nel medio termine. C’è una alterazione del ciclo idrologico, ma non tale da compromettere la sostenibilità delle risorse idriche, soprattutto se gestite in modo opportuno”.   Non ci sono e non ci saranno mai più le mezze stagioni?  “Tendiamo ad attribuire qualsiasi evento meteorologico al cambiamento climatico senza un'opportuna interfaccia scientifica. Spesso ci basiamo sui nostri ricordi, ma i nostri ricordi sono dei fallaci indicatori dei cambiamenti perché tendono a trascurare la variabilità e ricostruire dei paradigmi del nostro passato. Il fatto che questa interruzione della ciclicità delle stagioni venga concepita descritta ormai come ‘evidente’ non ha alcun riscontro nelle evidenze scientifiche”.  Delle prove scientifiche dell’alterazione non mancano, ma vanno trattate nella loro specificità: “Il riscaldamento è evidente; il cambiamento delle precipitazioni in alcuni territori è evidente; gli aumenti delle statistiche delle ondate di calore sono evidenti”, spiega il prof. Lionello, che aggiunge: “Anche l’alterazione del ciclo della stagionalità è evidente: l'inverno arriva un po’ dopo e finisce un po’ prima, l'estate comincia un po’ prima e finisce un po’ dopo. Ma non possiamo farne una deduzione scientifica perché abbiamo ancora pochissimi cicli stagionali su cui basare le nostre osservazioni”.  Il professore ci tiene però a sottolineare: “Molti effetti del cambiamento climatico sono evidenti e hanno natura antropogenica. Nel caso delle stagioni, la statistica è ancora insufficiente per dire che c'è un cambiamento definitivo del ciclo”. A margine del rapporto sullo stato europeo del clima 2023 del Copernicus Climate Change Service e dell’Organizzazione meteorologica mondiale, l’appello del professore a valutare con rigore i fenomeni climatici è ancora più utile se si parla del Mediterraneo. La causa è scientifica: “Il Mediterraneo è una zona di transizione tra il clima subtropicale a sud, in gran parte del Nord Africa, e un clima oceanico umido o continentale-temperato a Nord”.  In cosa si traduce questa particolare condizione?  “Nel fatto che ogni piccolo spostamento di questa linea di transizione genera una variabilità. In particolare la variabilità della precipitazione è sempre stata una caratteristica della regione mediterranea, quindi della parte dell'Italia centro meridionale. Ci sono sempre stati lunghi periodi di scarse precipitazioni e lunghi periodi di intense precipitazioni. Sicuramente stiamo alterando il clima rendendolo più caldo e meno piovoso su gran parte dell'Italia, le evidenze del riscaldamento ci sono tutte e da molti anni.  Le evidenze delle alterazioni dei regimi di precipitazione – conclude il professor Lionello – sono più sottili anche se cominciano a emergere e vanno nella direzione di una diminuzione delle precipitazioni su gran parte dell'Italia e di un aumento degli eventi estremi sul Nord Italia vanno in questa direzione”.