COMUNICAZIONE ITALIANA
L'Ecosistema della Conoscenza e delle Relazioni

Comunicazione Italiana: L'eccellenza nel Knowledge Networking.

Siamo la principale Knowledge Networking company in Italia, attiva da oltre 20 anni. Il nostro network rappresenta l'eccellenza nella condivisione di conoscenze e nell'agevolazione delle interazioni tra professionisti e aziende. Comunicazione Italiana fornisce un ambiente di apprendimento collaborativo, in cui C-Level Manager provenienti da diversi settori si incontrano per scambiare esperienze e informazioni, ampliando le proprie competenze e creando opportunità di crescita personale e professionale. La nostra struttura organizzativa si compone di due entità distinte: una Società specializzata nel Knowledge Networking for Business e un'Associazione focalizzata sul Knowledge Networking for Advocacy. Queste due anime si incontrano nello Studio "phygital" Community House, il luogo dedicato agli Associati. È qui che le menti più brillanti si riuniscono in Eventi per collaborare, creare sinergie e sviluppare relazioni strategiche. Attraverso la nostra vasta gamma di attività, appuntamenti ed esperienze, vogliamo influenzare le "decisioni" e le "opinioni" dei nostri pubblici e stakeholders, promuovendo la sostenibilità economica, sociale ed ambientale del Paese. Unisciti a noi per ampliare le tue opportunità, ispirare il cambiamento e raggiungere nuovi traguardi nel tuo business e nel mondo delle relazioni.

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Frammenti di virus dell'influenza aviaria sono stati rilevati in campioni di latte pastorizzato negli Usa, dove da diverse settimane un ceppo di H5N1 ad alta patogenicità sta contagiando le mucche da latte in diversi stati. Lo comunica la Food and Drug Administration (Fda), che insieme ai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) e al Dipart...

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Ancot, Associazione nazionale consulenti tributari, compie 40 anni di promozione, tutela e difesa dei tributaristi. “L’Associazione nazionale consulenti tributari - ha dichiarato il presidente Celestino Bottoni in occasione dell'incontro organizzato per i 40 anni - è una realtà radicata sul territorio nazionale e viva, grazie al contributo quotidia...

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Ben 27mila ettari di territorio protetto, circa 100 Oasi, 350mila visitatori annui: è l''effetto oasi' lungo 57 anni, dalla prima creata in Toscana, quella di Burano nel 1967, da cui si è sviluppato un sistema di aree protette complesso e articolato, il primo in Italia gestito da una associazione privata e tra i primi in Europa, che impiega nelle a...

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Aviaria, tracce di virus nel latte pastorizzato: cosa significa e cosa sappiamo

(Adnkronos) - Frammenti di virus dell'influenza aviaria sono stati rilevati in campioni di latte pastorizzato negli Usa, dove da diverse settimane un ceppo di H5N1 ad alta patogenicità sta contagiando le mucche da latte in diversi stati. Lo comunica la Food and Drug Administration (Fda), che insieme ai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) e al Dipartimento dell'Agricoltura sta indagando sull'epidemia di aviaria negli allevamenti. La notizia rimbalza sui media americani, insieme a una precisazione: "Non ci sono rischi per i consumatori", rassicurano le autorità sanitarie. Il test Pcr, l'analisi che ha permesso di individuare la presenza virale, cerca tracce di materiale genetico, quindi un risultato positivo non significa che il virus trovato sia vivo e infettivo. "Sulla base delle informazioni disponibili, è probabile che la pastorizzazione inattivi il patogeno, ma non è previsto che elimini la presenza di particelle virali", spiega la Fda. "Ad oggi - puntualizza l'agenzia - non abbiamo osservato nulla che possa cambiare la nostra valutazione secondo cui la fornitura commerciale di latte è sicura". "Virus dell'influenza aviaria nel latte. Niente allarmi, ma un segno che il virus aviario si sta muovendo tra le specie, peraltro è il suo mestiere e non ci stupisce. Però attenzione. Non è una notizia positiva. Ne parleremo". Così Roberto Burioni, professore di microbiologia e virologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, commenta sui social la scoperta di frammenti di H5N1 ad alta patogenicità in alcuni campioni di latte negli Usa, dove è in corso un'epidemia di aviaria negli allevamenti di diversi stati. Nel comunicare la notizia, la Fda ha rassicurato sul fatto che i consumatori non corrono rischi e che il latte in commercio è da considerarsi sicuro.  "L'aver trovato negli Usa frammenti di H5N1 nel latte bovino non deve sorprendere perché in passato si è trovato, usando la Pcr, nelle acque reflue. Dobbiamo quindi evitare allarmismi, ma è certamente una sirena per migliorare la trasparenza nella comunicazione dei dati, la sorveglianza negli allevamenti e la prevenzione di eventuali 'fughe' del virus". Così all'Adnkronos Salute l'epidemiologo Massimo Ciccozzi. Ciccozzi è tra gli autori di uno studio, in corso di pubblicazione sulla rivista 'Travel Medicine and Infectious Disease', che ha analizzato le sequenze genomiche del virus in questione. Nelle conclusioni del lavoro i ricercatori - con Ciccozzi anche Francesco Branda dell'Università Campus Bio-Medico di Roma e Fabio Scarpa, Scienze biomediche dell'Università di Sassari - hanno evidenziato che i casi di H5N1 nei bovini "sono un significativo motivo di preoccupazione" e "richiedono un'azione urgente per mitigare i potenziali rischi per la sanità pubblica, il benessere degli animali e la stabilità economica nel settore lattiero-caseario". Lo studio italiano ha evidenziato che c'è "una pressione selettiva nel gene dell'emoagglutinina (Ha) che potrebbe alterare il legame con il recettore, portando a virus meglio adattati a legarsi ai recettori umani. Oggi l'ospite primario rimangono gli uccelli, ma non possono essere esclusi fenomeni di deriva genetica". Per questo nelle conclusioni gli scienziati suggeriscono "una rapida implementazione di una solida sorveglianza, la necessità di meccanismi di risposta rapidi e rigorosi, la presenza di protocolli di biosicurezza che sono fondamentali per salvaguardare il benessere sia umano che animale e mantenere la resilienza del settore lattiero-caseario".

Ancot, 40 anni in difesa e al fianco dei tributaristi

(Adnkronos) - Ancot, Associazione nazionale consulenti tributari, compie 40 anni di promozione, tutela e difesa dei tributaristi. “L’Associazione nazionale consulenti tributari - ha dichiarato il presidente Celestino Bottoni in occasione dell'incontro organizzato per i 40 anni - è una realtà radicata sul territorio nazionale e viva, grazie al contributo quotidiano di ogni singolo associato. Quando penso al passato, riaffiorano alla mente innumerevoli episodi, molte persone amiche che sono da sempre al nostro fianco oppure che, purtroppo, ci hanno lasciato e di cui serbiamo un meraviglioso ricordo. Idee, battaglie, conquiste, emozioni: questo è il nostro patrimonio che non disperderemo, il punto di partenza per continuare a far vivere, quotidianamente, la nostra associazione. Insieme”. “L’Ancot - spiega Lucia Albano sottosegretario di Stato del Mef - è un importante punto di riferimento a livello nazionale nell’ambito della consulenza tributaria, che svolge un ruolo importante e centrale anche nell’ambito della riforma del fisco, la quale sta procedendo con grande rapidità. La delega fiscale ha visto già dodici decreti attuativi in approvazione, su cui stiamo lavorando sulla linea della semplificazione, della chiarezza e della certezza del diritto”. Per Andrea Putzu, consigliere regionale delle Marche e presidente della seconda Commissione consiliare permanente “sono quarant’anni importanti quelli dell’Ancot, perché voi tributaristi siete le sentinelle e i consiglieri delle imprese. Il vostro è un lavoro fondamentale, soprattutto in tempi come questi di crisi economica. Auspico a breve un incontro con tutti i referenti provinciali e il referente regionale per una collaborazione sempre più stretta. Anche noi nelle Marche stiamo supportando gli investimenti delle imprese con la programmazione europea e con il fondo 'Credito futuro Marche'. La vostra opera, che svolgete egregiamente a livello nazionale, potrebbe portare anche nelle Marche alla creazione di un tavolo in cui potreste esporci le vostre idee”. Marco Giuliani, dell'Università Politecnica delle Marche, ha ricordato il primo master sui principi contabili, organizzato con l’Ancot nel 2014 seguito poi da numerosi altri momenti di formazione: “Voi siete oggi chiamati ad essere parte attiva, al fianco delle imprese, di numerosi mutamenti: la riforma in atto cambierà radicalmente l’approccio alla fiscalità e voi ne sarete interpreti attivi, ma anche altri temi come la sostenibilità e la digitalizzazione renderanno ancor più importante il vostro ruolo”. “I vostri quarant’anni di lavoro sono d’ispirazione per l’intera confederazione - ha aggiunto il presidente della confederazione Aepi, Mino Dinoi - perché non si può raggiungere tale traguardo senza competenza ed entusiasmo, senza voglia di crescere: si tratta di un patrimonio per l’intera comunità e anche per la Confederazione, che intende festeggiare i quarant’anni Ancot a maggio, durante il prossimo Meeting Aepi”. “Nei nostri quarant’anni di attività - sottolinea il presidente Bottoni - ci sono stati momenti in cui gli uomini dell’associazione hanno deciso di passare il testimone ai giovani, dopo aver dato ampia testimonianza del loro valore. Vedo tanti giovani che ci permettono di immaginare, fra dieci anni, un cinquantennale ancora più ricco di episodi da ricordare e traguardi da festeggiare. Loro saranno la nuova classe dirigente nella misura in cui ognuno di noi, oggi, saprà interessarli, aiutarli, sostenerli. In fondo, le persone da cui abbiamo imparato tutto, in associazione, non sono quelle che ci hanno rimbrottato per ogni minimo errore, ma che ci hanno lasciati liberi anche di sbagliare, purché il nostro lavoro fosse stato svolto con spirito positivo e proattivo”.

'Effetto Oasi', 27mila ettari di territorio protetto

(Adnkronos) - Ben 27mila ettari di territorio protetto, circa 100 Oasi, 350mila visitatori annui: è l''effetto oasi' lungo 57 anni, dalla prima creata in Toscana, quella di Burano nel 1967, da cui si è sviluppato un sistema di aree protette complesso e articolato, il primo in Italia gestito da una associazione privata e tra i primi in Europa, che impiega nelle attività di gestione, fruizione e tutela a diverso titolo 150 persone e circa 500 volontari. Sono alcuni dei numeri di 'Effetto Oasi', il report Wwf lanciato in occasione del Mese delle Oasi per la campagna OurNature.  'Effetto Oasi' sono anche gli habitat mappati nelle aree protette del panda, ben 109 (di cui 27 definiti prioritari in ambito europeo), 378 le attività di educazione ambientale realizzate nel 2023, 130 i progetti di conservazione in corso e 80 le attività di creazione di nuovi habitat come stagni, zone umide o aree per impollinatori. Le Oasi ospitano anche 10 centri di educazione ambientale e 8 Cras (Centri recupero Animali selvatici) che curano ogni anno oltre 8mila animali feriti o in difficoltà.  Dalla ricerca scientifica alle vacanze natura, dall’educazione ambientale con le scuole all’impegno nella conservazione di specie e habitat e nel recupero ambientale con progetti di ripristino e restauro ecologico, le Oasi sono anche luoghi di aggregazione sociale, di sperimentazione di attività legate al benessere psicofisico, di formazione. Soprattutto, hanno giocato un ruolo centrale per la conservazione di alcune specie simbolo, quali l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), la lontra (Lutra lutra), il cervo Sardo (Cervus elaphus corsicanus). “La natura italiana è tra le più ricche in Europa, ma questa ricchezza oggi la stiamo perdendo sempre più rapidamente: il 50% delle specie di vertebrati in Italia è minacciato d’estinzione, il 52% delle specie di fauna protette dalla Direttiva Habitat mostra uno stato di conservazione inadeguato e quasi il 90% degli habitat tutelati versa in uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole. L’impegno e l’investimento del Wwf con il sistema Oasi, nato più di 50 anni fa con l’azione di pionieri come Fulco Pratesi e altri illuminati precursori, che decisero di acquisire il lago costiero di Burano per farne la prima Oasi (1967), è divenuto oggi il più grande progetto di conservazione del Wwf in Italia. Tutto ciò è stato possibile grazie a sinergie e collaborazioni con soggetti pubblici e privati, con i quali si è fatta rete, e all’insostituibile contributo dei volontari”, ha detto Marco Galaverni, direttore Oasi Educazione e Attivazione Wwf Italia.  Le Oasi sono anche laboratori a cielo aperto, centri di educazione ambientale e aree indirizzate alla ricerca scientifica. Nel solo 2023, sono state 378 le attività di educazione ambientale condotte nelle Oasi. Le attività svolte con scuole o Università e campi natura sono state ben 72, con circa 45mila studenti coinvolti.  Il Mese oasi, la formula di ‘lungo evento’ che da un paio di anni ha trasformato la tradizionale Festa delle Oasi celebrata da oltre 30 anni in una sola giornata, è una vera e propria Festa della Natura dedicata alla biodiversità italiana ed è parte della campagna Wwf Our Nature per la difesa della biodiversità. Per 5 weekend consecutivi sarà per tutti l’occasione di tuffarsi nella bellezza della natura, tra orchidee, farfalle, aironi e fenicotteri, immersi nei boschi o lungo fiumi, laghi e sentieri di montagna. Ben 150 gli eventi in programma nel mese delle Oasi: visite guidate, a piedi o in bicicletta, laboratori e attività per i più piccoli, eventi di citizen science.