COMUNICAZIONE ITALIANA
L'Ecosistema della Conoscenza e delle Relazioni

Comunicazione Italiana: L'eccellenza nel Knowledge Networking.

Siamo la principale Knowledge Networking company in Italia, attiva da oltre 20 anni. Il nostro network rappresenta l'eccellenza nella condivisione di conoscenze e nell'agevolazione delle interazioni tra professionisti e aziende. Comunicazione Italiana fornisce un ambiente di apprendimento collaborativo, in cui C-Level Manager provenienti da diversi settori si incontrano per scambiare esperienze e informazioni, ampliando le proprie competenze e creando opportunità di crescita personale e professionale. La nostra struttura organizzativa si compone di due entità distinte: una Società specializzata nel Knowledge Networking for Business e un'Associazione focalizzata sul Knowledge Networking for Advocacy. Queste due anime si incontrano nello Studio "phygital" Community House, il luogo dedicato agli Associati. È qui che le menti più brillanti si riuniscono in Eventi per collaborare, creare sinergie e sviluppare relazioni strategiche. Attraverso la nostra vasta gamma di attività, appuntamenti ed esperienze, vogliamo influenzare le "decisioni" e le "opinioni" dei nostri pubblici e stakeholders, promuovendo la sostenibilità economica, sociale ed ambientale del Paese. Unisciti a noi per ampliare le tue opportunità, ispirare il cambiamento e raggiungere nuovi traguardi nel tuo business e nel mondo delle relazioni.

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Per la prima volta da quando a Kate Middleton è stata comunicata la diagnosi di cancro, il principe William trascorrerà due giorni fuori casa - oggi e domani - e stasera pernotterà lontano dalla famiglia. Negli ultimi mesi l'agenda degli impegni ufficiali del principe era stata modificata per essere riadattata alle esigenze familiari, per permette...

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"L’Istituto nazionale tributaristi (Int), inserito nell’elenco del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) tra le associazioni di rappresentanza professionale che possono rilasciare l'attestato di qualità ai sensi della Legge 4/2013, ha partecipato alla consultazione pubblica sugli obiettivi del Mimit per il 2024. Gli obiettivi su cui l...

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Solo l’11% delle società quotate a livello mondiale è allineato con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, nonostante i maggiori impegni presi per contrastare il cambiamento climatico. È quanto emerge dalla nona edizione dell’Msci Net Zero Tracker, uno strumento che monitora regolarmente i progr...

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William e la visita in Cornovaglia, "vuol dire che Kate sta meglio"

(Adnkronos) - Per la prima volta da quando a Kate Middleton è stata comunicata la diagnosi di cancro, il principe William trascorrerà due giorni fuori casa - oggi e domani - e stasera pernotterà lontano dalla famiglia. Negli ultimi mesi l'agenda degli impegni ufficiali del principe era stata modificata per essere riadattata alle esigenze familiari, per permettergli di sostenere la moglie per la durata del trattamento e stare accanto ai figli. Ora il principe andrà in Cornovaglia e - sottolinea il Daily Mail - l'aver accettato l'idea di trascorrere una notte lontano da casa è il miglior indicatore del fatto che la principessa potrebbe essersi sulla via della guarigione.  Gli aggiornamenti ufficiali sulla salute della Principessa sono stati scarsi da quando, a marzo, ha annunciato di essere in cura per un cancro. All'epoca, aveva chiesto al pubblico "un po' di tempo, spazio e privacy" per completare il ciclo di chemioterapia. Da allora Kate è stata lontana dai riflettori, mentre il principe William è tornato al lavoro con un'agenda degli impegni ufficiali adattata alla situazione. William ha parlato più volte di Kate durante i suoi ultimi impegni pubblici, assicurando che si sta "prendendo cura" della Principessa. In Cornovaglia, William visiterà il sito di Nansledan dove verrà costruito il primo progetto abitativo innovativo del Ducato di Cornovaglia per aiutare a risolvere il problema dei senzatetto. Domani farà la sua prima visita ufficiale alle Isole Scilly da quando è diventato Duca di Cornovaglia nel settembre 2022. Durante la sua permanenza a St. Mary's, William incontrerà i rappresentanti delle imprese locali sul fronte del porto e visiterà il St. Mary's Medical Centre.  Non si sa ancora quando la Principessa tornerà a svolgere i suoi impegni pubblici a fianco del marito. Recentemente il Telegraph citava alcune fonti bene informate secondo cui la decisione del Re di tornare agli impegni ufficiali deve aver alleviato la pressione su Kate. Normalmente la Principessa partecipa a una serie di eventi nei mesi estivi, tra cui Wimbledon, Royal Ascot e Trooping the Colour. Kensington Palace ha dichiarato che Kate tornerà agli impegni ufficiali quando i medici le daranno il via libera. "Potrebbe essere desiderosa di partecipare a eventi se e quando si sentirà in grado di farlo", ha sottolineato un portavoce, ma "qualsiasi primo evento pubblico non segnerà necessariamente il ritorno a un regolare programma di attività pubbliche".

Professioni: Int, rafforzare tutele e maggiore comunicazione informativa a utenza su L 4/2013

(Adnkronos) - "L’Istituto nazionale tributaristi (Int), inserito nell’elenco del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) tra le associazioni di rappresentanza professionale che possono rilasciare l'attestato di qualità ai sensi della Legge 4/2013, ha partecipato alla consultazione pubblica sugli obiettivi del Mimit per il 2024. Gli obiettivi su cui l’Int si è soffermato sono stati: digitalizzazione, sicurezza informatica, assistenza e protezione dei consumatori". Così, in una nota, l'Int. "Sulla digitalizzazione e la sicurezza dei dati l’Int, dopo aver evidenziato l’importanza dei sistemi digitali, ha sottolineato che: 'sicuramente fondamentale la sicurezza informatica, in particolare in previsione di una piena interoperabilità delle banche dati della Pubblica Amministrazione, che da sempre auspichiamo, sarà necessario tutelare i dati in esse contenuti, ovvero garantire la sicurezza informatica dei dati del cittadino-contribuente", continua la nota.  I tributaristi dell'Int si sono poi focalizzati sull’assistenza e protezione dei consumatori, anche facendo una proposta nell’ambito dei servizi professionali: “Poiché le associazioni di rappresentanza professionale ex lege 4/2013 come l’Int hanno tra i loro compiti quello di tutelare il cittadino-consumatore, si ritiene utile un tavolo di confronto tra il Ministero e le associazioni professionali al fine di verificare le forme di controllo poste in essere in capo ai professionisti iscritti e/o valutare nuove forme di garanzia e tutela. Altresì il tavolo potrebbe promuovere forme di comunicazione informativa sulle professionalità rappresentate dalle Associazioni professionali. L’Istituto nazionale tributaristi è ovviamente disponibile ad approfondire tale indicazione e a ogni forma di collaborazione e confronto con il Ministero volta alla tutela dell’utenza", continua la nota.  Il presidente dell’Int, Riccardo Alemanno, che ha coordinato la partecipazione alla consultazione pubblica del Mimit, ha dichiarato: “Ritengo quanto mai necessario il tavolo di confronto, il Mimit è il nostro Ministero di riferimento e noi vogliamo concretizzare la tutela e l’informazione a beneficio del consumatore anche nel settore dei servizi professionali. Nei prossimi giorni scriverò al Ministro Adolfo Urso ribadendo la nostra proposta e sulla quale mi confronterò con Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni, di cui l’Int è fondatore, in modo da coinvolgere le centinaia di Associazioni ex lege 4/2013 che vi aderiscono", ha concluso.

Scarsa decarbonizzazione per le quotate, con questo trend si va verso il +3°C

(Adnkronos) - Solo l’11% delle società quotate a livello mondiale è allineato con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, nonostante i maggiori impegni presi per contrastare il cambiamento climatico. È quanto emerge dalla nona edizione dell’Msci Net Zero Tracker, uno strumento che monitora regolarmente i progressi delle società quotate nel contenimento del rischio climatico attraverso l’Implied Temperature Rise dell’Msci Esg Research. Nonostante si registri un certo avanzamento, i risultati ottenuti finora non sono ancora sufficienti. Secondo le stime dell’Msci Esg Research, le società quotate produrranno quest’anno circa 11,8 miliardi di tonnellate (gigatoni) di emissioni di gas serra Scope 1, praticamente senza nessun miglioramento rispetto al 2023. Il dato corrisponde a circa un quinto delle emissioni globali totali di gas serra. Recenti dichiarazioni del gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc) delle Nazioni Unite hanno evidenziato che le emissioni globali di gas serra dovrebbero raggiungere il picco entro il 2025 e diminuire del 43% entro il 2030 per evitare gli impatti più gravi del riscaldamento globale. Tuttavia, al momento attuale, le traiettorie di decarbonizzazione delle società quotate a livello globale indicano che siamo diretti verso un aumento della temperatura del pianeta di 3°C rispetto ai livelli preindustriali e già l’anno scorso, per la prima volta, si sono toccati i +2°C sul periodo 1850-1900. Per quanto riguarda il reporting sulle emissioni di gas serra (Ghg, ovvero Green house gases), Msci ha osservato notevoli miglioramenti. Quasi il 60% delle società quotate ha dichiarato le proprie emissioni Scope 1 e/o Scope 2 al 31 gennaio 2024, registrando un aumento del 16% rispetto ai dati di due anni fa. Allo stesso tempo, il 42% delle aziende ha reso note almeno alcune delle proprie emissioni Scope 3. Le emissioni Ghg includono vari gas, come il biossido di carbonio (CO2), il metano (CH4) e il protossido di azoto (N2O), che contribuiscono al riscaldamento globale e al cambiamento climatico quando sono rilasciati nell’atmosfera. Vengono individuati tre tipi di emissioni: le Scope 1 rappresentano quelle dirette, prodotte da fonti controllate direttamente dall’azienda, mentre le Scope 2 riguardano quelle indirette, associate all’acquisto di energia elettrica, vapore o calore. Le emissioni Scope 3, invece, includono tutte le altre emissioni indirette, come quelle provenienti dalla catena di approvvigionamento, dal trasporto dei prodotti e dall’uso dei prodotti stessi. A livello mondiale, le società quotate stanno procedendo verso una potenziale aumento della temperatura del pianeta fino a +3°C entro la fine del secolo, come indicato dal loro indice collettivo Msci Implied Temperature Rise. Questo indice, che riflette l’impatto climatico di un’attività finanziaria basato sulle sue emissioni di gas serra attuali e sulla prevista traiettoria di decarbonizzazione, evidenzia una situazione critica. Attualmente, solo il 38% delle aziende è in rotta per mantenere il riscaldamento a 2°C o meno, mentre un esiguo 11% è allineato con l’obiettivo più ambizioso di un aumento della temperatura di 1,5°C.  Msci evidenzia che, basandosi sulle emissioni di Scope 1, le società quotate potrebbero aver superato il budget globale per le emissioni di carbonio necessario per limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C entro il 31 luglio 2026, già al 29 febbraio 2024. Per mantenere il riscaldamento entro questa soglia, le aziende dovrebbero collettivamente limitare le future emissioni Scope 1 a 28,9 gigatonnellate (Gt) di emissioni di CO2 equivalenti entro il 2050. Senza alcuna riduzione delle attuali emissioni, che si aggirano intorno a 11,8 Gt all’anno, le società esaurirebbero il budget di emissioni rimanenti in 2 anni e 5 mesi. Per mantenere il riscaldamento entro i 2°C, le società quotate dovrebbero limitare collettivamente le future emissioni Scope 1 a 200 Gt di CO2 equivalenti entro il 2050. In questo contesto assume particolare rilevanza il mercato dei crediti di carbonio che funziona attraverso un sistema di scambio di crediti e ha lo scopo di regolare e ridurre le emissioni di gas serra. Le autorità emittenti, come i governi o gli enti regolatori, stabiliscono un limite massimo alle emissioni di gas serra consentite per un determinato periodo di tempo, chiamato “budget di emissione”. Questo limite è spesso suddiviso in crediti di carbonio, o permessi di emissione, che corrispondono a una determinata quantità di emissioni consentite. Le aziende e le entità soggette a queste limitazioni possono acquistare o vendere crediti di carbonio sul mercato aperto, consentendo loro di raggiungere i loro obiettivi di emissioni in modo più flessibile ed efficiente. Quelle che superano i limiti consentiti devono acquistare crediti di carbonio per compensare le loro emissioni e rimanere conformi alle normative. D’altro canto, le aziende che riescono a ridurre le proprie emissioni al di sotto del limite consentito possono vendere i crediti di carbonio non utilizzati ad altre entità. Questo meccanismo crea un incentivo finanziario per ridurre le emissioni, poiché le aziende possono generare entrate attraverso la vendita di crediti di carbonio. Inoltre, il mercato dei crediti di carbonio incoraggia l’innovazione e lo sviluppo di tecnologie a basse emissioni di carbonio, poiché le aziende sono motivate a trovare modi più efficienti ed ecologici per operare al fine di ridurre le loro emissioni e vendere più crediti di carbonio. In sintesi, il mercato dei crediti di carbonio è un meccanismo che offre flessibilità alle aziende nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni e fornisce un incentivo finanziario per ridurre le emissioni e favorisce la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Per quanto riguarda il primo trimestre 2024, il report Msci rileva che le emissioni di carbonio sono rimaste più o meno allo stesso livello dello stesso periodo dell’anno precedente, ovvero 81 Mt. C’è stato, però, un rallentamento su base trimestrale dell’offerta di crediti (-26%), determinato principalmente da un calo delle emissioni REDD+ (che riguardano la riduzione delle emissioni da deforestazione), che sono scese del 74% (-30 Mt). Quando si parla di “Mt” nel contesto del mercato dei crediti di carbonio, si fa riferimento ai “megatonnellate” di emissioni di gas serra, misurate in milioni di tonnellate. Questa unità di misura viene utilizzata anche per le riduzioni delle emissioni nel contesto del mercato dei crediti di carbonio e ottenere quindi il risultato netto.  Un Mt rappresenta un milione di tonnellate di emissioni di anidride carbonica equivalente o di altri gas serra, come il metano (CH4) o l’ossido di azoto (N2O). Le transazioni nel mercato dei crediti di carbonio coinvolgono spesso il commercio di queste unità di emissione, ma gli obiettivi globalmente enunciati dalle istituzioni e dalle aziende appaiono sempre più lontani.